di Andrea Viscardi
La parola d’ordine su cui la Lega ha costruito le sue fortune elettorali. Nata come forza d’opposizione, animata da una tensione ideale e culturale, all’insegna della trasparenza e dell’onestà, in netta contrapposizione alla partitocrazia della prima Repubblica, nel corso di quasi un trentennio, ha dimostrato di essere al pari degli altri partiti spregiudicato e famelico, guidato da un satrapo ed un manipolo di cortigiani, avventurieri e senza scrupoli, che hanno ingannato e tradito milioni di elettori che in loro avevano creduto ciecamente. A nulla servirà gridare, agitando simbolicamente le scope, al repulisti, perché è solo uno sterile tentativo di scaricare su pochi scellerati, accusati di ogni nefandezza, le colpe di un intero gruppo dirigente ed il fallimento di un intero progetto politico costruito negli anni intorno ad un satrapo ed al suo clan, anche se va dato atto a Maroni di aver sollevato, anche se sommessamente, soprattutto negli ultimi sei mesi, la situazione che si era creata e che si voleva celare a tutti i costi. Dopo quello che è accaduto sarà molto difficile, per il Carroccio, accreditarsi come forza rinnovatrice; il rischio è che alle amministrative di maggio verrà travolta da quell’onda dell’antipolitica a lungo cavalcata. E’ un dato certo ed incontrovertibile che gli episodi di corruzione politica investono tutto il paese e soprattutto il Nord che la Lega aveva presentato come eccezione virtuosa di onestà e laboriosità: basta vedere quello che accade nella Regione Lombardia nel settore sanitario. E’ indubbio che nel Carroccio è in atto una vera e propria guerra tra i vari gruppi dirigenti che si contendono la successione al Capo(Umberto Bossi), ai quali le varie inchieste della magistratura hanno dato il pretesto per scatenare una lotta interna. Una cosa va detto che a differenza di altri partiti coinvolti nell’appropriazione dei soldi pubblici, per fini privati, la Lega sta procedendo rapidamente ad una rapida pulizia al suo interno o quanto meno fa finta, questo con la recondita speranza di riconquistare un elettorato deluso ma non del tutto convinto. Ma nonostante quello che sta venendo fuori dalle varie inchieste ci si aspettava dai partiti della coalizione di Governo un atteggiamento diverso in merito alla questione dei contributi elettorali, quanto meno per un senso di responsabilità e di solidarietà verso tutti quei cittadini che a causa della recessione economica che ha messo il nostro Paese in ginocchio, non riescono a sbarcare il lunario, mentre i partiti non sanno che parlare di trasparenza, a chiacchiere, ma mai di restituire all’erario i soldi ricevuti e mai spesi. Di contro agli italiani facciamo patire l’imposizione dell’ennesimo balzello: l’accise sulla benzina che dovrebbe andare ad aumentare le risorse finanziarie della Protezione Civile in caso di calamità. Siamo alla Follia!