“Un’ economia fatta per durare”: il nuovo slogan elettorale di Obama

“An economy built to last”, ovvero un’economia fatta per durare. E’ questo lo slogan della campagna elettorale di Barack Obama, che il Presidente degli Stati Uniti, ha pronunciato  già nelle prime frasi del discorso sullo stato dell’Unione. Il messaggio di Obama è stato chiaro: anteporre l’ economia a qualsiasi altro aspetto e con essa, i successi in politica estera, la fine della guerra in Iraq e l’uccisione di Osama bin Laden. “L’ America non è grande perché le persone fanno da sole, lo è perché si lavora come una squadra e ognuno guarda le spalle dell’altro. E io farò in modo che questo continui”, questa la promessa che il Presidente ha fatto agli Americani, nel caso lo  rieleggessero.Il terzo discorso sullo stato dell’Unione di Obama, l’ultimo prima delle elezioni di novembre, è stato un manifesto elettorale. 7.140 parole, un’ora e quattro minuti, 85 applausi. Obama non ha mai nominato i suoi avversari, l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney e l’ex presidente della Camera Newt Gingrich, ma li ha attaccati duramente: “In questo paese non puniamo il successo, lo ammiriamo. Quando gli americani chiedono che persone come me paghino la loro quota di tasse, non lo fanno perché invidiano i ricchi”, ha detto, insistendo più volte sulla parola equità, tutti devono fare la propria parte, tutti devono pagare la propria quota di tasse. “Niente salvataggi, niente sovvenzioni, niente scappatoie. E’ tempo di applicare le stesse regole per tutti, dall’alto in basso”, ha detto.
Obama ha abbandonato l’atteggiamento conciliante di altri discorsi per usare toni molto più decisi, a tratti aggressivi, senza mezzi termini. Al presidente della Camera John Boehner che prima del discorso aveva chiesto un simbolico ramoscello d’ulivo, Obama ha risposto nel modo più duro possibile: “Sono disposto a lavorare con tutti quelli presenti in questo congresso, ma combatterò l’ostruzionismo con l’azione”, ha detto Obama, chiedendo che il Congresso approvi al più presto la proroga dei tagli fiscali e che si crei un consenso bipartisan per la promozione di strategie per la riduzione del debito e del deficit.
Per oltre tre quarti del suo discorso, Obama ha premuto sull’economia, ha strigliato Wall Street, ha ricordato che la priorità è la creazione di posti di lavoro (in questo senso, ha ricordato che negli ultimi 22 mesi sono stati creati oltre tre milioni di posti di lavoro), ha di nuovo puntato l’indice contro la Cina: “andrò in ogni angolo del mondo per aprire nuovi mercati per i prodotti americani. Ma non starò a guardare se i nostri concorrenti non giocano secondo le regole”, ha detto.
Il presidente ha ricordato che è necessario fare in modo che i posti di lavoro restino negli Stati Uniti: “basta concedere sgravi a chi sposta lavoro all’estero, premiamo chi investe in America”. In particolare Obama ha insistito su istruzione, per creare posti di lavoro occorre che gli americani siano preparati, e sulle energie pulite: “voi non avete agito, stasera lo faccio io”, ha detto, annunciando che il dipartimento alla Difesa, il maggiore consumatore mondiale di energia, si impegnerà a fare in modo che la Marina acquisti energia sufficiente a dare elettricità a 250.000 famiglie all’anno.

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