L’hanno inseguita dodici anni, hanno speso valanghe di milioni per raggiungerla, comprato fior fiori di campioni, i migliori allenatori. Beh, la “Decima” Coppa dei Campioni il Real non poteva certo vincerla normalmente. Serviva un finale thrilling per renderla ancora più bella. Sembrava sfumata, destinata a rimanere un miraggio, un’ossessione. Per di più per colpa del suo uomo simbolo, Iker Casillas, capitano e unico superstite di Glasgow 2002, autore di una papera pazzesca. Ma al 93′ arriva lo stacco imperioso, quasi furente, di Sergio Ramos che riporta l’Atletico Madrid sulla terra e lancia il Real verso l’Olimpo dove i blancos si issano grazie a Gareth Bale, “IncrediBale”, “Mister 100 milioni” che, dopo aver fallito l’occasione clamorosa dell’1 a 0, si riscatta mettendo in rete al 110′ il pallone che vale la Decima Champions per il Real Madrid. È il trionfo di Carlo Ancelotti alla sua quinta Champions, la terza da allenatore, che scrive indelebilmente il suo nome nella storia del Real Madrid. Onore, applausi e lacrime per l’Atletico che aveva già in mano la coppa e forse la strameritava per quanto fatto quest’anno e quest’oggi al cospetto di squadre più ricche e attrezzate. Ma questo volta neanche la grinta, il pressing, la sagacia tattica e il cuore hanno potuto nulla contro un destino beffardo che ha pensato bene di rendere amara, sul finale, una notte che sembrava dolcissima. Ancelotti deve rinunciare a Xabi Alonso e a Pepe che non recupera e viene sostituito da Varane mentre Coentrao vince il ballottaggio con Marcelo. In avanti spazio al recuperato Benzema con Ronaldo regolarmente in campo. Di contro Simeone manda in tribuna Arda Turan ma recupera, si fa per dire, Diego Costa. Si, perché la “Tigre” si arrende dopo otto minuti e lascia il posto ad Adrian. Come ci si aspettava, la partita è estremamente tattica e incredibilmente “maschia” con contrasti duri come quando al 26′ Raul Garcia randella Di Maria che si stava involando verso l’area. Cartellino giallo sacrosanto e principio di rissa con Sergio Ramos ammonito e Gabi che mette le mani in faccia a Coentrao. Ci vorrebbe un episodio per sbloccare il match e questo si materializza al 31′ quando Tiago regala il pallone a Bale che parte verso l’area quasi scoperta dei Colchoneros ma “Mister 100 milioni” manda incredibilmente a lato. Gol mancato…e al 35′ passa l’Atletico con Godin. O sarebbe meglio dire grazie a Iker Casillas. Proprio lui, imbattuto da 26 partite contro i cugini, il capitano, il portiere di Champions, l’uomo che nel 2002 era tra i pali a Glasgow nel giorno della “Nona”. Uscita suicida del portiere spagnolo che su una sponda area da fuori area si trova nella terra di nessuno e viene “uccellato” da Godin che sovrasta Khedira e scavalca Casillas che prova disperatamente a salvare. Ma è gol. A una settimana di distanza dal gol che è valso la Liga un altro “cabezazo” potrebbe valere la Champions. Potrebbe perché, come già detto, così non sarà. La ripresa è caratterizzata dal pressing alto e forsennato dagli uomini in maglia biancorossa mentre il Real, col passare dei minuti, aumenta la sua pressione offensiva. Il primo squillo lo firma Ronaldo con una punizione che Courtois mette in angolo col pugno. E sempre CR7 sui due calci d’angolo successivi si rende pericoloso. Ma l’Atletico non molla un centimetro e Adrian va vicino al raddoppio con Khedira che provvidenzialmente devia in angolo. Benzema e Ronaldo non sono in forma e si vede, Bale è forse tramortito dall’errore del primo tempo e allora è Di Maria che prova a dare una scossa. Ed è proprio l’argentino insieme a Sergio Ramos a costruire un’occasionissima col cross del difensore su cui Ronaldo e Benzema non arrivano per centimetri alla deviazione vincente. Ci prova anche Isco, entrato da poco, ma è Bale a mettere i brividi ai Colchoneros con due conclusioni larghe di poco al 72′ e al 77′. Un minuto dopo è Godin è ancora decisivo con una chiusura provvidenziale su Isco che già pregustava il gol. L’Atletico non esce più e rischia anche all’83esimo quando un cross basso taglia tutta l’area senza che nessuno arrivi al tap in vincente e all’84esimo Juanfran fa quasi un gol salvando sulla linea su Marcelo. La vittoria sembra lì a un passo ma al 93′ Sergio Ramos emula Godin con un’incornata di cuore e rabbia che riacciuffa la Champions per le orecchie. Un gol che ricorda quello di sabato scorso proprio di Godin ma ancora di più il gol che ha spaccato in due la semifinale con il Bayern. E i tempi regolamentari finiscono col bacio di Casillas a Ramos a dirgli “Gracias” per averlo salvato da un rimorso unico. Il primo tempo supplementare fila via senza sussulti fino al 110′. I giocatori dell’Atletico zoppicano tutti o quasi, il Real è più fresco e senza pietà Di Maria penetra come un coltello nel burro. Courtois salva ma Bale di testa deposita nella porta sguarnita. Ormai è fatta perché l’Atletico non ne ha più. Segnano anche Marcelo e Ronaldo per un 4 a 1 che non rende merito né all’Atletico né al Real. Con tutto il rispetto la meritava forse di più l’Atletico ma la porta a casa il Real che finalmente conquista la Decima. Lo fa nel derby, contro l’Atletico, soffrendo, dopo averla quasi persa, dopo averla inseguita dodici anni. Non poteva esserci vittoria più bella.

Sebastiano Borzellino

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