Sarà il confronto tra due modi diversi di concepire il legame sociale, ma sarà anche il giudizio su che cosa tiene legata la società alle istituzioni e al sistema politico.
L’assassinio della deputata Cox, avrà sicuramente un effetto determinante sul risultato del referendum e sulla permanenza della Gran Bretagna nella UE. Nella sostanza ci sarà un confronto tra l’Economia daun lato e la Storia dall’altro. In effetti il prossimo 23 giugno, in Inghilterra, si misurerà la rispettiva capacità di queste due fondamentali dimensioni della cultura umana, di determinare l’orientamento dell’opinione pubblica europea.Sarà il confronto tra due modi di concepire il legame sociale. Esso è lo sforzo per ottenere vantaggi a favore dei suoi membri di una sempre maggiore quantità di beni e servizi, nonché di sicurezza e di occasioni non solo materiali: quindi il progetto politico-sociale può essere concepito come un tendere collettivamente verso tale obiettivo, volto inevitabilmente al futuro secondo un meccanismo di aspettative crescenti. Quindi il progetto di cui sopra si fonda sulla condivisione di uno stesso patrimonio storico-culturale, costituito da un’ampia varietà di elementi.E cioè dalla lingua alle comuni vicende trascorse, dalle tradizioni giuridiche a quelle religiose, dalle forme dei rapporti tra i sessi, ai modi quotidiani dell’abitare, del mangiare, del vivere insieme, un confronto che non è solo tra Economia e Storia, ma anche tra il Futuro e il Passato.Ora proprio le vicende storiche, hanno voluto che nell’Europa continentale(con eccezione in parte della Francia e della Svizzera) la fondazione della democrazia, si sia trovata costretta a privilegiare la dimensione dell’Economia su quella della Storia, la scommessa sul Futuro all’ancoraggio sul Passato. E’ ovvio che l’Unione Europea ha dovuto seguire queste orme. E’ una grave responsabilità di tutte le classi dirigenti dei paesi europei, aver creduto che le cose potessero durare, così, all’infinito. Che una democrazia potesse fondarsi solo sulla moltiplicazione delle pensioni, sulla crescita del Pil e della spesa pubblica. Che non fosse necessario nient’altro, anzi tutto il resto potesse lasciarsi in preda alla critica demolitrice della modernità. L’Unione Europea ha riprodotto ed amplificato questo modello di fondazione delle democrazie nazionali europee. Con l’aggravante che almeno queste corrispondevano a soggetti politici stabiliti e consolidati da tempo, mentre lUnione è soggetto politico, ancora oggi, da costruire ex novo. La fragilità e l’illusione che questo modello potesse fare da collante anche per il futuro tra i Paesi all’interno dell’Ue, è stata dimostrata dalla questione migratoria, quella sulla quale il progetto europeista rischia di naufragare e quella sulla quale si gioca il destino della Brexit.E non è un caso che sia proprio la Gran Bretagna, la democrazia inglese, il teatro di questo confronto scontro cruciale. Per almeno due motivi. Innanzitutto perché il Regno Unito è l’unico Paese dell’UE dove il contratto politico poggia non solo sul consenso ad un sistema di governo rappresentativo ed alle sue regole, ma sul profondo legame con l’istituzione monarchica che garantisce governo e parlamento ed è titolare di un importante ruolo religioso(il monarca è a capo della Chiesa Anglicana). La democrazia inglese, come nessun’altra, poggia non sulla base fragile della spesa pubblica o delle moltiplicazioni delle pensioni, bensì su bdi una legittimazione dalle forti connotazioni simboliche-culturali, che fanno tutt’uno con la lunga storia della nazione. Ed è per questo che possiede un forte carattere popolare. Può essere questo che distingue la democrazia inglese da tutte le altre presenti all’interno dell’UE. Non c’è nessuna di queste che non abbia avuto un passato compromesso con forme orribili di dittature, quali il Nazismo ed il Comunismo, che nel 900 si sono rese protagoniste di persecuzioni razziali e violazioni dei diritti umani. La Gran Bretagna, per quanto detto, può tenere alta la sua bandiera del passato e la sua storia può farsi valere non solo contro l’Economia ma anche contro il’Politicamente corretto’ fosse pure quello dell’accoglienza migratoria. Per questi motivi è decisiva la partita che il 23 giugno si gioca in Inghilterra. Ecco perché ogni europeo deve augurarsi che la Brexit non prevalga e che la Gran Bretagna restiin Europa, pur conservando gelosamente la sua diversità