2 agosto 1980: 33 anni dalla strage di Bologna. Delrio “presto i risarcimenti”

Sono già passati 33 anni, dal quel 2 agosto 1980 quando, quando alle  10.25, nell’affollatissima sala d’aspetto di seconda classe, della stazione di Bologna, un ordigno a tempo, nascosto in una valigia abbandonata, esplose. La detonazione provocò la morte di 85 persone ed il ferimento di 200 persone. La strage fu uno degli attentati terroristici più cruenti mai avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra.

I condannati. Fra ipotesi, indagini, depistaggi, illazioni di ogni genere, si arrivò ad un processo e poi ad una condanna in Cassazione, 15 anni dopo, nel 1995: l’Associazione dei familiari delle vittime ebbe un ruolo fondamentale nel processo e ce l’ha tutt’ora, nella memoria. Vennero condannati gli esecutori materiali Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti dei NAR. Licio Gelli, ben noto capo della loggia P2, Francesco Pazienza, ex agente dei servizi, SISMI, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, furono condannati per depistaggio delle indagini. Ancora cinque anni dopo, nel 2000, vennero emesse condanne nei confronti di Massimo Carminati, estremista nero, Federigo Mannucci Benincasa e Ivano Bongiovanni.

Il ricordo. Per la commemorazione, il governo ha mandato come rappresentante delle istituzioni il titolare del dicastero agli affari regionali Graziano Delrio. Delusione tra i familiari delle vittime per la mancanza di risposte concrete. Bolognesi, presidente dell’associazione: “Mi aspettavo qualcosa di più concreto”. Un piccolo fraintendimento che potrebbe diventare incidente diplomatico e una concreta delusione per le parole del ministro Delrio. La ricorrenza della strage del 2 Agosto 1980 di Bologna ha il suo primo delicato capitolo nell’aula del Consiglio Comunale di Bologna davanti ai familiari delle vittime e alle autorità.

Il risarcimento. Durante la commemorazione, l’ex sindaco di Reggio Emilia, Delrio, dopo aver ringraziato e ricostruito con dovizia di particolari il dolore di quel tragico giorno e di questi 33 anni di lacerante ricordo del dramma, aggiunge proprio alla fine del suo discorso, l’assicurazione che i risarcimenti ai familiari verranno finalmente concessi: “Contiamo di inserirlo nel prossimo decreto sicurezza con un provvedimento relativo ai risarcimenti. In poche settimane, o forse pochi mesi, risolveremo il problema. Va a compimento un atto dovuto”.

L’opera d’arte. Il quadro di Carlo Carosso intitolato ad una delle vittime, l’astigiano Mauro Alganon, è collocato nell’androne dell’ex tribunale di piazza Catena, che ospita uffici comunali. Con il sindaco e la giunta alla cerimonia è intervenuta la sorella di Alganon, Silvana con Patrizia Danelon, compagna di Carosso. “Lo scorso anno, ha dichiarato il sindaco Fabrizio Brignolo, avevo sentito la signora Alganon, che mi aveva rappresentato come era grande desiderio della stessa e della madre della vittima, purtroppo deceduta tre anni fa, rivedere il quadro esposto al pubblico”. “Avevo quindi preso l’impegno, ha dichiarato i Sindaco, di ricercare e recuperare l’opera per tornare ad esporta entro il 2 agosto di quest’anno”. “Siamo contenti di aver mantenuto l’impegno non solo per rinnovare la memoria del nostro concittadino scomparso, ma anche per il valore artistico dell’opera di proprietà comunale”. Sia la famiglia Alganon che la compagna del maestro Carosso hanno espresso soddisfazione e hanno valutato molto positivamente l’impatto visivo dell’opera, che risulta effettivamente molto ben ambientata.

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