Spread: E’ scontro nel governo

Da un bel po’ di tempo il termine “spread” è entrato a far parte, con una certa regolarità,  del lessico degli italiani quantomeno di quelli che seguono da vicino e con interesse le vicende economiche e politiche, purtroppo piuttosto tormentate, del nostro Paese.

Ma facciamo un passo indietro: era  novembre 2011 quando in Italia lo spread raggiunse la quota record di 574 punti costringendo il Presidente del Consiglio dell’epoca, Silvio Berlusconi, a recarsi dal presidente della Repubblica Napolitano per rassegnare le dimissioni che immediatamente dopo conferì il mandato a Mario Monti.

Balza subito agli occhi il nesso, piuttosto stretto, tra spread e politica. Lo dimostrano anche i fatti recenti. Salvini docet. Neanche il tempo di sfidare (ancora) l’UE che, nella giornata di ieri, lo spread ha superato in 290 punti base, livello massimo degli ultimi tre mesi. “Se servirà infrangere alcuni limiti del 3 per cento o del 130-140 per cento, tiriamo dritti”, aveva detto il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, minacciando uno sforamento dei parametri europei sui conti pubblici.

Dichiarazioni, alla vigilia delle Elezioni europee, che hanno subito riacceso i timori dei mercati finanziari sulla possibilità di mantenere all’interno dei criteri di sostenibilità il quadro dei conti pubblici italiani.

Ad arginare ci hanno provato prima il collega di Governo pentastellato Di Maio: “Mi sembra irresponsabile fare aumentare lo spread come sta accadendo in queste ore parlando di sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancora più preoccupante dello sforamento del rapporto deficit-Pil”, aveva replicato  a margine di un incontro in Confindustria Umbria, a Perugia.

In serata poi è toccato al Ministro dell’Economia Giovanni Tria.  “Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti Elezioni Europee. Ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica del Governo – ha precisato il titolare del Dicastero di Via XX Settembre in una dichiarazione – sono quelli proposti dal Governo stesso e approvati dal Parlamento con il Documento di Economia e Finanza. Il Governo è al lavoro perché questi obiettivi siano raggiunti nel quadro di una politica di sostegno alla crescita e all’occupazione”.

Al netto delle frasi di circostanza, il clima generale di tensionenell’esecutivo, mette in fibrillazione i mercati, preoccupati dallo scenario instabile.

Fin qui abbiamo si è detto cosa provoca lo spread, ma cos’è lo spread? – Il termine significa “divario” e indica appunto la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani a 10 anni (i BTP) e gli equivalenti titoli pubblici tedeschi.

Un indicatore, come illustrato sopra, che di fatto fa da ago della bilanciaproprio perché considerato termometro dello stato di salute del Paese.

Tradotto: se il sistema è considerato solido i titoli sono meno rischiosi per gli operatori finanziari e di conseguenza offrono rendimenti più bassi agli investitori. Se lo spread aumenta, invece, aumentano i tassi di interesse e questo comporta che lo Stato è costretto a spendere cifre più alte per finanziare il proprio debito pubblico. In parole povere, lo Stato è costretto a pagare gli interessi a chi ha acquistato BTP provocando un pericoloso effetto domino che è difficile disinnescare.

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