Sara’ un 25 aprile di letture e di ‘riflessione’ quello che Milano si accinge a festeggiare domani, in mancanza del tradizionale corteo nazionale organizzato dal Comitato permanente antifascista. Con l’epidemia da coronavirus la manifestazione non sara’ possibile, e allora “ci siamo dedicati alla riflessione sul tema della Liberazione, ma soprattutto a recuperare le storie di vita dei partigiani, anche quelli mano famosi, di cui non si conoscevano le vicende”. A dirlo e’ Giuseppe Pepe, 22enne attivo in ‘Bella ciao Milano’, l’associazione nata 5 anni fa (nel 70esimo) tra giovanissimi della citta’ e dedicata alla Memoria della Resistenza. “Di solito nella frenesia di organizzare la manifestazione ci si dimentica delle storie. Quest’anno allora abbiamo colto l’occasione per fare un lavoro di archivio: partendo dalle lapidi del quartiere Mecenate, insieme al circolo Anpi della zona, abbiamo recuperato tutte le notizie possibili su chi diede la vita per la liberta’ fra le nostre strade”, racconta Giuseppe.
Emergono cosi’ figure sconosciute alla grande Storia, ma decisive per la liberazione di Milano, citta’ medaglia d’oro: ad esempio quella di Attilio Ferla, fabbro di via Umiliati fabbro; venne arrestato il 3 marzo del 1944, per diffusione di volantini e stampa comunista, e rinchiuso al quinto braccio del carcere di San Vittore; consegnato al Comando Germanico, fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen dove mori’ il 19 gennaio 1945, poco prima di vedere la sua citta’ liberata. Oppure quella di Validio Mantovani, classe 1914, operaio della Pirelli, torturato, arrestato, e rinchiuso a San Vittore insieme al padre Rutilio, anche lui partigiano. Una maratona online di letture e musica online, lunga 75 minuti come 75 sono gli anni che ci separano dal 1945, e’ stata organizzata dal Pd di Milano, guidato da Silvia Roggiani, insieme all’Anpi; hanno aderito altre quaranta associazioni tra cui l’Aned, che ricorda i deportati ebrei della Seconda guerra mondiale. Tutti la trasmetteranno sui propri profili social. E proprio dall’associazione nazionale partigiani e’ nata l’idea – su tutto il territorio nazionale – di cantare ‘Bella ciao’ alle finestre alle 15. “Un flash mob che unira’ l’Italia”, ha affermato Roberto Cenati, presidente milanese, che ha lanciato anche una proposta: “Quando l’epidemia sara’ finita, servira’ un concerto alla Scala come quello che diresse Arturo Toscanini nel 1946 per segnare la fine della guerra e della distruzione per Milano”. Balconi e finestre saranno protagonisti anche nelle iniziative dell’Arci, che ha chiamato a raccolta i suoi iscritti dotati di un proiettore, invitandoli a proiettare sulle pareti dei palazzi di fronte “immagini di liberazione”, ha detto il presidente milanese Maso Notarianni.
Inoltre, nell’ambito dei 200 metri consentiti dalle restrizioni coronavirus, l’Arci ha invitato al gesto simbolico di “portare un fiore al partigiano”, ovvero omaggiare la lapide piu’ vicina a casa propria dedicata a un combattente per la liberta’: “Milano ne e’ piena ad ogni angolo”. E poiche’ “festeggera’ un 25 aprile in famiglia”, come suggerisce il giovane Giuseppe, l’idea e’ di dedicare “una pastasciutta antifascista” ai martiri della Liberazione, ricordando la “pastasciutta dei fratelli Cervi”, descritta dal padre Alcide nei suoi diari. Unica ombra sulla festa la possibilita’ che gruppi di estrema destra decidano di rompere la quarantena proprio domani, forzando il blocco “contro la dittatura della quarantena” e intonando la ‘Canzone del Piave’ al posto di Bella ciao: la chiamata a raccolta dei gruppi neofascisti e’ arrivata tramite un gruppo Telegram di un profilo anonimo ‘Noi siamo il popolo’, che ha raccolto 20 mila adesioni in Italia e 3 mila solo in Lombardia. Subito Forza Nuova ha messo il cappello sull’iniziativa, “Giu’ le mani dalla festa della Liberazione”, hanno risposto varie sigle di sinistra tra cui Rifondazione Comunista Milano. Forze dell’ordine e prefettura sono state gia’ allertate.