L’Italia ieri ha celebrato il 77esimo anniversario della Liberazione. Così in occasione del 25 aprile, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio con una corona d’alloro al Milite Ignoto all’altare della Patria. Oltre al capo dello Stato, presenti alla cerimonia anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il vice-presidente della Camera, Ettore Rosato, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. E ancora: il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il presidente della Regione.
Ma c’è stata un’altra presenza che ha fatto parecchio discutere. Si tratta di due striscioni, uno di Rifondazione comunista recitava così: “Basta guerre. Contro Putin e contro la Nato”. Un altro invece in cui veniva rappresentata la morte con la falce e un mantello con la bandiera americana. Quest’ultimo era presente a largo Bompiani, a Roma, da dove è partito il corteo dell’Anpi. “Non condivido queste bandiere, sono inopportune, ce ne occuperemo. Siamo grati agli Alleati e alle migliaia di giovani statunitensi morti per la Liberazione dell’Italia”, ha subito commentato il presidente di Anpi Roma e Lazio, Fabrizio De Sanctis.
D’altronde, come ricordato da Dagospia, a liberare l’Italia dai nazisti furono proprio gli americani. Eppure l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in questi giorni è stata parecchio al centro della bufera. In particolare il suo presidente, Gianfranco Pagliarulo, è finito nell’occhio del ciclone per alcuni vecchi post in cui parlava di “regime nazistoide di Kiev responsabile di eccidi efferati, assassinii e torture” durante la prima guerra nel Donbass, denunciando “l’espansionismo della Nato” verso Est, ossia verso la Russia. E a nulla sono servite le giustificazioni. A maggior ragione se nella via del corteo dell’Anpi spuntano striscioni come quelli prima citati.