Operazione Hybris. Altri 5 arresti a Palermo

Estorsione aggravata dal fine di agevolare Cosa Nostra. Con quest’accusa, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno eseguito 5 Ordinanze di Custodia Cautelare  emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari dott. Aiello, controMarchese  Domenico,.Schillaci Davide,  Bertolino Antonino,   Bongiorno Carmelo e  Adamo Giovanni. Gli arresti, si inseriscono nell’ambito delle indagini denominate “Hybris” e  coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia palermitana, in particolare dal Proc. Agg. De Francischi  Ignazio. L’inchiesta, nata dalla ricerca del latitante NicchiI Giovanni Vincenzo, ha fatto sì che venisse ricostruita la struttura, l’organigramma e le attività criminali della gerarchia delle famiglie mafiose del mandamento di “Pagliarelli”. Ulteriori indagini, hanno permesso di accertare la colpevolezza  dei destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, responsabili di ripetute estorsioni ai danni di una nota pasticceria palermitana. A partire dal 2007, infatti, i proprietari erano costantemente oggetto di una pressione mafiosa che, oltre alla riscossione di rate fisse durante le festività natalizie e pasquali, condizionava l’organizzazione stessa dell’impresa alterando il regime di concorrenza con altre attività commerciali  “protette”.  Costantemente, attraverso esplicite intimidazioni realizzate con metodiche mafiose,  i sodali della cosca di “Pagliarelli” avevano imposto di “pagare qualcosa per i carcerati” pretendendo in più occasioni la consegna di prodotti di pasticceria per valori elevati fino a 750 euro per volta.

I malviventi, avevano escogitato un nuovo metodo estorsivo,metodo estorsivo attraverso il quale”  assicurano alla “cassa comune” nuovi illeciti introiti  consolidando contestualmente un ferreo controllo del territorio. Questa nuova forma di racket  si realizzava con l’imposizione ai commercianti dell’acquisto di blocchetti di tagliandi abbinati a fittizie lotterie. Le complesse attività tecniche di intercettazione, infatti, hanno consentito di constatare come, con frequenza settimanale, gli uomini della cosca   imponevano l’acquisto dei tagliandi della lotteria al prezzo di novanta euro per ciascun blocchetto venduto. I mafiosi potevano in questo modo celare la loro attività delittuosa dietro dell’esercizio di un gioco clandestino ma assolutamente popolare nelle borgate palermitane. Inoltre, attraverso l’imposizione “indistinta” a tutti i commercianti  di somme apparentemente “modeste”,  consentivano alle famiglie mafiose di ricavare introiti per circa 9000 euro a settimana.

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