È giallo sulla morte di Kim Jong-un. Si susseguono tra i media internazionali voci sul suo decesso, supportate da una sua prolungata assenza. Il 12 aprile, riporta il Daily NK, che da Seul si occupa degli affari della Corea del Nord, il leader supremo del Partito del Lavoro si sarebbe sottoposto a un intervento chirurgico cardiovascolare.
La lunga degenza, forse in una villa sul monte Kumgang, aveva portato l’intelligence Usa a supporre che fosse “in grave pericolo“, alimentando le voci sulla sua morte, già avvenuta o imminente. Il Daily Star inglese parla di “stato vegetativo”, fonti asiatiche gli danno poche ore di vita.
La Cina, riporta l’Ansa citando l’agenzia Reuters, ha inviato giovedì 23 aprile un funzionario dell’Internation Liaison Department del Partito Comunista e un’équipe medica a Pyongyang per fare chiarezza sulle condizioni di salute del dittatore nordcoreano.
Secondo il sinologo Francesco Sisci, professore di Politica internazionale all’Università di Pechino, Kim Jong-un potrebbe già essere passato a miglior vita. “Che io sappia è già morto“, ha riferito all’Adnkronos. Che ha spiegato che le tempistiche di un eventuale annuncio ufficiale: “Potrebbero volerci giorni, ma anche mesi”.
Riguardo la successione del ‘caro leader’ 36enne, che dovrebbe avvenire per via dinastica, Francesco Sisci non ha azzardato previsioni. “La sorella Kim Yo-jong“, ha spiegato, “è la candidata principale. Ma è molto giovane ed è donna”.
La morte di Kim Jong-un potrebbe scatenare effetti devastanti sulla regione, esacerbando i rapporti tra le potenze e lasciando il Paese nell’incertezza.
Da Seul arrivano notizie di “un aumento insolito” delle attività militari. Francesco Sisci ha sottolineato ai microfoni dell’Adnkronos che “la situazione è estremamente delicata. Le frizioni tra Stati Uniti e Cina sono al punto più basso da decenni: 70 anni fa con la Guerra di Corea cominciò la Guerra Fredda. Oggi è possibile che qui ricominci tutto“.