I dati di Confcommercio sul pil italiano nel secondo trimestre non sono positivi. L’Ufficio Studi della Confederazione ha previsto una contrazione del 18% rispetto al trimestre precedente e del 22,5% su base annua.
“Il quadro di insieme – si legge nella Congiuntura – indica come, pur in presenza di un tessuto imprenditoriale vivace e coraggioso, sia le riduzioni più profonde di quanto atteso ad aprile, sia una ripresa più lenta a maggio e giugno, comporteranno una revisione della variazione del Pil per il 2020 circa del -10%“.
Nel suo rapporto Confcommercio ha precisato come l’indice dei consumi ha registrate su base annua una riduzione del 15,2%. Facendo un confronto con l’anno precedente, nel secondo trimestre è avvenuta una riduzione del 29,7%, dato che si attesta al 54,5% per la domanda dei servizi.
“Alle difficoltà generate sul versante interno della domanda – si precisa nel commento – si associa, in molti casi, la pressoché totale assenza della domanda estera“.
Dati positivi arrivano dall’Istat almeno per il mese di maggio dove la produzione industriale, al netto dei fattori stagionali, ha avuto un rimbalzo del 41,9% segnando un aumento importante rispetto al mese precedente. La fine del lockdown ha permesso al fatturato delle imprese di ritornare a crescere anche se i numeri dell’anno restano negativi. Nel secondo trimestre è stato registrata una diminuzione del 33% rispetto alla media del periodo precedente. Da segnalare anche un importante aumento degli ordinativi destagionalizzati con una crescita del 42,2% dopo il crollo del 31,6% del mese precedente. Su base trimestrale è stata rilevata una diminuzione del 36,3%. Numeri che fanno pensare ad una ripresa dell’industria italiana nel mese di maggio anche se il lockdown rischia di pesare sui dati complessivi che continuano ad essere negativi.