29 anni fa moriva Dalla Chiesa

Viene celebrato oggi a Palermo, il 29esimo anniversario della strage che costò la vita al  generale Carlo Alberto della Chiesa, alla moglie,Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, ha deposto una corona di fiori sotto la lapide che, in via Isidoro Carini, ricorda la strage. A ricordre Dalla Chiesa, anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il prefetto Umberto Postiglione e il questore Nicola Zito, l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, magistrati e vertici della polizia di Stato a Palermo, dell’Arma dei carabinieri e della guardia di finanza.

Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è fatto sentire in questa occasione ed  ha inviato al Prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, un messaggio nel quale ricorda con immutata emozione come “quel giorno, la mafia volle la morte di un servitore dello Stato che con coraggio e rigore aveva combattuto ogni forma di violenza e illegalità costituendo essenziale punto di riferimento per la intera comunità nazionale e per coloro che avevano potuto apprezzarne quotidianamente la ferrea determinazione e la capacità nell’individuare metodi di indagine nuovi ed efficaci. Con il suo assassinio, la delinquenza organizzata cercò di minare la credibilità delle istituzioni e di innescare la folle fase della sua strategia criminale tesa a sovvertire il nostro ordinamento. All’assassinio seguirono invece una intensa azione di contrasto del fenomeno mafioso e quella mobilitazione della coscienza civile che egli aveva auspicato fin dal suo arrivo a Palermo, ritenendola indispensabile per sostenere l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura. Il ricordo del sacrificio del generale Dalla Chiesa permane vivo nella memoria di tutti e a tutti impone una continua vigilanza contro le persistenti forme di infiltrazione della criminalità e il rafforzamento della cultura del rispetto delle regole contro ogni forma di violenza e sopraffazione. In questo spirito e interpretando il pensiero di tutti gli italiani, rinnovo ai famigliari del generale Dalla Chiesa, della sua gentile consorte e dell’agente Russo, il mio commosso omaggio e la mia solidale vicinanza”. Ne da’ notizia un comunicato del Quirinale.

Parla invece di strage profonda, il presidente del Senato Schifani: “la strage di Via Carini –dice infatti- rappresenta ancora oggi una ferita profonda per la Sicilia e per l’intero Paese ma la reazione dello Stato fu ferma e senza riserve. Anche nel nome del Generale Dalla Chiesa e dei tanti, troppi martiri della giustizia che hanno fatto del senso dello Stato e della lotta alla mafia la loro missione di vita fino al sacrificio estremo, continuiamo questo lungo e difficile cammino verso la definitiva sconfitta del fenomeno mafioso

Per Fini invece, è un vero e proprio dovere onorare il ricordo del generale Dalla Chiesa. Il presidente della Camera dei deputati, infatti, ha inviato il seguente messaggio al prefetto di Palermo Umberto Postiglione: ”In occasione del 29/mo anniversario dell’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente della scorta, Domenico Russo, desidero unirmi idealmente a Lei, signor prefetto, e a tutti i cittadini siciliani nel commemorare questa dolorosa ricorrenza”. ”L’arrivo a Palermo del generale Dalla Chiesa, su cui si riponevano grandi speranze di riscatto per la Sicilia, era stato accompagnato – prosegue il messaggio – da un sanguinoso e feroce susseguirsi di delitti e di attentati. Quella scia di terrore delineava tragicamente l’arrogante e disumano tentativo intimidatorio della mafia. Il generale Dalla Chiesa, per la sua profonda competenza professionale, gia’ sperimentata con successo nella lotta al terrorismo delle Brigate Rosse, per la lealta’ incondizionata allo Stato e per l’inflessibilita’ morale che ne facevano un fedele e autorevole servitore delle Istituzioni e della Patria, rappresentava per le organizzazioni criminali un pericolo mortale”. ”La sua scelta rigorosa a favore della legalita’ – scrive Fini – non conobbe mai adeguamenti o cedimenti, neanche di fronte alla lucida consapevolezza di non disporre ancora delle risorse e dei poteri necessari a fronteggiare il fenomeno mafioso, che connivenze ed estese infiltrazioni, rendevano estremamente potente ed insidioso. Nella salda e leale determinazione di compiere il suo dovere fino in fondo e di difendere a tutti i costi i valori della giustizia e della democrazia vi e’ la grandezza di uno degli uomini migliori che la Repubblica possa ricordare”. ”Il sacrificio del generale Dalla Chiesa ha lasciato lutto e dolore nelle persone che lo hanno amato e stimato, ma anche un modello di ricchezza morale, di onesta’ e di lealta’ civile che va custodito e tramandato come linfa vitale della nostra democrazia”. ”A noi tutti – pubblici poteri, forze dell’ordine, cittadini – resta il dovere – cocnlude il presidente della Camera – di rinnovare la sua testimonianza mantenendo sempre alto e vigile l’impegno contro ogni tentativo di ricatto, di intimidazione e di violenza della barbarie mafiosa. A lei, signor prefetto, ai familiari delle vittime di quel terribile attentato e a tutti i cittadini di Palermo, desidero esprimere i miei sentimenti di vicinanza e di sentita partecipazione”.

Ma parole confortanti vengono dal sindaco di Palermo, che spiega come sia cambiato l’atteggiamento della città nei confronti della mafia: ”A quasi trent’anni di distanza dalla strage Palermo e’ profondamente cambiata . La mafia oggi non si avvantaggia piu’ di una diffusa omerta’ ma e’ anzi profondamente avversata”: dice Diego Cammarota. ”La crescita – aggiunge – etica e culturale si e’ registrata in ogni ambiente: giovani e meno giovani, uomini e donne sono coscienti che la mafia e’ il nemico principale contro cui battersi, il cancro che ha allignato per troppo tempo nei tessuti sani della societa’ e dell’imprenditoria e che la sua sconfitta significa una sicura crescita sociale ed economica di Palermo e della Sicilia”. ”Il prefetto Dalla Chiesa – conclude – ha sacrificato la propria vita in questa battaglia che giorno dopo giorno fa registrare successi crescenti. Il suo sacrificio, e quello della moglie e dell’agente caduti con lui nell’agguato di mafia, non sono stati vani. Oggi dobbiamo e vogliamo ricordarli con la massima partecipazione”.

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