Un report globale ha evidenziato quali sono le regioni urbanizzate maggiormente esposte alle minacce del climate change.
Il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo porta con sé, fra le conseguenze che purtroppo possiamo toccare con mano, la frequenza di eventi meteorologici sempre più estremi. La cronaca del nostro paese ci riporta, infatti, notizie legate a esondazioni, smottamenti, frane, ondate di caldo rovente o di freddo artico, siccità e temporali violenti. Fenomeni che, solo fino a qualche anno fa, erano sostanzialmente sconosciuti alle nostre latitudini. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto il rischio sia divenuto una variabile di cui è ormai impossibile non tenere conto.
Arriva ora una nuova indagine globale che conferma la fragilità dello stivale e la sua esposizione alle minacce del climate change. Si tratta del primo report (commissionato per XDI, The Cross Dependency Initiziative) che evidenza quali sono le regioni del mondo urbanizzato maggiormente esposte ai rischi connessi ai cambiamenti climatici. Come spiga greenme, per elaborare la mappa del rischio sono stati considerati gli otto fattori che dal 1990 sono stati i principali responsabili dei danni più gravi nelle aree urbane.
Nello specifico, sono stati presi in considerazione la frequenza e la violenza delle inondazioni fluviali e delle inondazioni costiere, l’innalzamento dei livelli delle acque marine, il caldo estremo, gli incendi boschivi, il vento, il gelo e la siccità. Da quanto emerso analizzando questi fattori, sarebbe una la minaccia maggiore per il nostro Paese. L’Italia, infatti, risulta particolarmente esposta alle inondazioni (sia fluviali sia superficiali sia costiere), dovute a piogge improvvise e abbondanti dopo lunghi periodi in assenza di precipitazioni.
Le tre regioni più pericolosamente esposte agli eventi meteorologici estremi, stando ai dati, sono il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Queste aree si attestano, fra l’altro, tra le prime dieci aree d’Europa che subiranno le conseguenze peggiori del climate change entro il 2050. Un dato, questo, che porta l’Italia al pari di Germania e Russia per numero di regioni fragili nella Top Ten del vecchio continente.