L’otto dicembre sarà il 35mo anniversario della morte di Lennon che fu ucciso da Mark David Chapman, a New York, di fronte al Dakota Building, due mesi dopo il suo quarantesimo compleanno e poche settimane dopo l’uscita di ‘Double Fantasy’, l’album del suo ritorno al lavoro, dopo il periodo dedicato a fare il papà per il suo secondo figlio Sean. Dopo aver lasciato i Beatles, John Lennon, insieme a Yoko Ono, è diventato un’icona vivente del pacifismo, una scelta che gli è costata l’ostilità dell’amministrazione Nixon che lo fece spiare dall’Fbi tentando di espellerlo dagli Stati Uniti. Il processo grazie al quale riuscì a ottenere, dopo anni, la Green Card, il documento che permette a un cittadino straniero di abitare negli Stati Uniti, ha fatto epoca. Un genio della musica, colpevole di schierarsi contro la guerra del Vietnam, il Sud Africa dell’apartheid, di frequentare gente come Jerry Rubin, era considerato un potenziale pericolo, un uomo da espellere. Nel mondo, compreso all’Avana, esistono statue e giardini dedicati a John Lennon.
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