4 Novembre. Napolitano: “Nel mondo c’è instabilità e rischio terrorismo”

“Mentre il nostro paese e tanti altri nel mondo sono stretti in una crisi economica di intensità, durata ed estensione senza precedenti, gli scenari internazionali si caricano di vecchie e nuove tensioni. Cresce l’instabilità ed emergono minacce trasversali, con il diffondersi del terrorismo e di movimenti eversivi transnazionali”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia al’allarme nel messaggio inviato in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.

Secondo il capo dello Stato, in questo fase storica è in atto una profonda e generale trasformazione dell’ordine internazionale “che mette in discussione le fondamenta del sistema di governance e dei modelli di sviluppo dominanti nell’ultimo sessantennio”. In questo quadro “così complesso e incerto”, le Forze Armate italiane “costituiscono un’istituzione di riferimento per il paese e per la comunità internazionale e, con la loro opera, contribuiscono a costruire, insieme agli strumenti militari di stati amici e alleati, la sicurezza e la stabilità nelle aree più critiche del mondo e lungo le grandi vie di comunicazione, vitali per la libertà dei traffici commerciali”. Le finalità di questo compito richiedono che le Forze Armate “malgrado le ridotte risorse finanziarie disponibili – scrive nel messaggio Napolitano –  siano poste in condizione di affrontare con crescente efficacia le nuove sfide e le minacce emergenti”. E conclude. “Sono necessarie inventiva, appassionata dedizione e la consapevolezza che nessuna soluzione che prescinda da una progressiva ma decisa integrazione interforze e multinazionale può realisticamente risultare vincente”.

Napolitano, accompagnato dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, e dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, ha deposto una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della patria. A piazza Venezia, tra le tante autorità presenti il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, il capo della polizia Antonio Manganelli, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro e il questore Francesco Tagliente.

 

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