Continua la polemica sulle prese di posizione di alcuni chef e ristoratori che lamentano mancanza di personale e “poca dedizione al lavoro” da parte dei giovani. Nel mirino in particolare Alessandro Borghese, che ha acceso per primo il dibattito con una serie di dichiarazioni che hanno incendiato gli animi e che gli sono costate una dura contestazione a Livorno.
Alessandro Borghese contestato a Livorno
In questi giorni infatti lo chef e conduttore televisivo è nella cittadina toscana per girare una nuova puntata di “4 ristoranti”, il celebre format che vede quattro ristoratori sfidarsi a colpi di piatti tipici, e in alcuni quartieri sono spuntati striscioni in cui si sottolinea che Borghese a Livorno “non è il benvenuto”.
Gli striscioni sono corredati dagli hashtag #maipiusfruttamentostagionale e #cercasischiavo, che è anche il nome della campagna lanciata dal sindacato Usb: “Chef Borghese, facile la tua favetta con i soldi di famiglia”, è l’attacco. La sezione livornese di Usb, condividendo le foto sui social, ha quindi rincarato la dose: “Vorremmo ricordare a Borghese che il lavoro gratuito (e nel nostro paese esiste in diversi settori) si chiama sfruttamento. Il lavoro si paga, sempre”.
Il riferimento è alle dichiarazioni che lo chef ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’, cui ha spiegato che “i ragazzi oggi preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con ‘soli’ vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia”.
Gli chef che hanno denunciato la carenza di personale
Frasi che hanno incendiato il dibattito anche alla luce della stagione estiva, con altri imprenditori e chef noti che hanno dato ragione a Borghese sostenendo di non trovare personale disposto a lavorare in estate e nei fine settimana: tra loro anche Flavio Briatore, Filippo La Mantia e recentemente anche Fabrizio Girasoli, il proprietario del Butterfly, ristorante stellato di Lucca, che ha dichiarato di offrire tra i 1.600 e i 1.900 euro al mese e di non trovare comunque lavoratori. Di contro i sindacati e i diretti interessati – i giovani – hanno replicato ricordando le paghe basse, i turni di lavoro massacranti e i contratti spesso inadeguati alle mansioni svolte.
Quanto guadagna uno chef in Italia
Borghese non ha risposto alle contestazioni, limitandosi a condividere sui social immagini che lo ritraggono proprio a Livorno, pronto a girare. La polemica però non si placa, e ha portato a diverse analisi del settore della ristorazione per capire quale sia realmente la situazione.
Recentemente Jobbydoo, portale italiano specializzato nel settore della ricerca di lavoro, ha analizzato gli stipendi nel mondo della ristorazione per capire quanto guadagna uno chef in Italia, attestando che lo stipendio netto mensile di uno chef è in media di circa 1.850 euro, pari a circa 35.500 euro lordi all’anno, cifra che si distanzia nettamente da quella minima indicata nel Contratto nazionale di lavoro.
I numeri però variano, e anche di molto, a seconda del grado: secondo il portale, che ha analizzato gli annunci di lavoro pubblicati negli ultimi 12 mesi, lo stipendio minimo netto parte da 900 euro per figure con poca esperienza come gli apprendisti o i cuochi di sesto livelli, e sale sino a 3.200 arrivando a un massimo di 6.800 euro per i cuochi di maggiore esperienza.