50 anni di Piper, la beat generation si è scatenata ieri a Roma

Ha condizionato mode e generazioni di giovani, ha fatto conoscere talenti e lanciato personaggi simbolo della musica italiana, cambiando il modo di vivere la notte e avvicinandosi sempre più al mondo anglosassone. Il Piper, storico club di Roma e secondo locale più antico d’Europa, ha compito  50 anni. Era il 17 febbraio del 1965 quando Giancarlo Bornigia e Alberigo Crocetta presero in gestione un locale nuovissimo costruito per essere utilizzato come cinema e lo riempirono di macchine strane, lo munirono di una “buca dell’eco” e lo fecero decorare da artisti d’avanguardia. Tra le opere d’arte, ne comparivano due di Andy Warhol e alcune di Schifano e Manzoni. Nasceva così il “Piper”, in inglese “suonatore”, una discoteca che nel giro di poco sarebbe diventata l’emblema del boom economico degli anni Sessanta, un fenomeno musicale e di costume che ha lasciato il segno nelle generazioni successive fino ad oggi. Da qui sono passati Rocky Roberts, Mia Martini, Loredana Bertè, Renato Zero, Nada, Caterina Caselli. Patty Pravo ha avuto l’onore di essere soprannominata “la ragazza del Piper”, un titolo che le ha portato fortuna visto che, ad oggi, è tra i cantanti italiani che hanno superato i cento milioni di copie vendute. La discoteca simbolo della beat generation e della musica “yè yè” in Italia non poteva che festeggiare il suo mezzo secolo di storia con una serata evento che ci è stata ieri.  Oggi il Piper Club crede ancora nei principi ispiratori del 1965, vuole essere ancora e sempre il tempio della contaminazione, della sperimentazione. E magari anche il trampolino di lancio di nuove grandi star

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