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5 ottobre 1962. Una data da ricordare per i quattro giovani di Liverpool più popolari nel mondo. Grandi aspettative, del tutto concretizzate per l’uscita del primissimo 45 giri beatlesiano: lato A Love me do, lato B P.S. I love you. Da quel giorno scoppia la bomba, la carica di successo che ha reso quei ragazzotti inglesi gli idoli di intere generazioni, delle icone in cui rispecchiarsi, da imitare, da adorare. Sono passati cinquant’anni da quel primo singolo ufficiale e l’eco che esplode potente attorno al nome dell’ex band ancora non è spenta. Bisogna festeggiare, questo è poco ma sicuro. E come non farlo nel migliore dei modi se non con uno spettacolo a cinque stelle degno di questo cinquantennio? Magari proprio al Prince of Wales Theatre, dove il 4 novembre del 1963 i Fab(ulous) Four(some) si sono esibiti di fronte alla Regina Madre e alla Principessa Margaret? Un concerto-racconto,(e non un musical) così è stato definito Let It Be lo spettacolo che va in scena, in prima ufficiale, a partire dal 20 settembre, fino a gennaio, e tenuto da quattro perfetti cloni di Paul McCartney,John Lennon, Ringo Starr e George Harrison che anche grazie ad una certa somiglianza fisica ripercorreranno perfettamente la storia della band dagli inizi e dai capelli a caschetto alla colorata, psichedelica fase cruciale e creativa. Doppio cast, tutto inglese, con un’unica eccezione che ci rende un pò fieri e un pò vanitosi: un italiano nel ruolo più impegnativo, quello di Paul: si chiama Emanuele Angeletti ed è il leader della cover band Apple Pies, tributo tutto italiano ai favolosi originali. Dunque Angeletti la sua esperienza da McCartney ce l’ha già, complice una bella somiglianza, un talento eccezionale e una passione viscerale che lo accompagna da venti anni.
In bocca al lupo Emanuele! E per chi farà una capatina a Londra quest’autunno non si perdesse Let It Be: garantito il salto temporale negli anni 60-70!
Marzia Giardiello
