In occasione del ‘Giorno del Ricordo’ per i massacri delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata, bisogna ricordare la strage di Vergarolla del 18 agosto del 1946. Quel giorno, sulla spiaggia di Vergarolla, a Pola – unica parte dell’Istria al di fuori del controllo Jugoslavo di Tito, sotto amministrazione anglo americana – c’erano centinaia di persone, compresi molti bambini, pronte ad assistere ad una rinomata gara di nuoto. Una manifestazione che aveva anche l’intento di mantenere un legame con il resto dell’Italia. Alle 14.15 l’esplosione di numerose mine, apparentemente disinnescate – per un totale di circa nove tonnellate di esplosivo – provocò decine di vittime, 65 quelle accertate. I soccorsi furono complessi e caotici, molti corpi furono letteralmente polverizzati. Il fallimento delle indagini e la mancata individuazione dei responsabili, finirà per cristallizzare nella cittadinanza la convinzione che Pola fosse una sorta di pedina di scambio nel gioco delle potenze vincitrici della guerra. Sostanzialmente la popolazione italiana di Pola ritenne di trovarsi di fronte ad un’alternativa secca: o rimanere nella propria città in balia di un potere che non offriva alcuna garanzia sul piano della sicurezza personale e della difesa dell’italianità, o prendere la via dell’esilio. Nell’estate del 1946 l’esodo era già un’opzione molto concreta. Tuttavia, nella memoria collettiva della popolazione la strage di Vergarolla venne ritenuta come un punto di svolta, in cui anche gli incerti si convinsero che la permanenza in città, alla partenza degli Alleati, sarebbe stata impossibile. Tra la tesi della tragica fatalità e quella dell’attentato premeditato volto a radicalizzare la tensione anti-italiana in città, nell’immediatezza della strage, col passar del tempo è l’ipotesi dolosa la più accreditata dalle ultime ricostruzioni storiche. E nonostante mai alcun processo sia mai stato celebrato, la strage di Vergarolla è considerata tra i più gravi attentati della storia dell’Italia repubblicana: la morte di oltre ottanta italiani in un’occasione di festa stenta tutt’ora a trovar spazio nei libri di storia e nella memoria nazionale.
Parte oggi l’edizione numero 8 della Corsa del Ricordo, l’evento di ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane che, quest’anno, per i problemi legati alla pandemia, si correrà in modalità virtuale. La formula dell’edizione 2021 darà la possibilità agli iscritti di scegliere un percorso di 10 chilometri, da percorrere correndo o camminando, idealmente collegati attraverso la piattaforma enternow.it (servizio garantito da TDS) per un confronto a distanza che avrà un valore sportivo ma sarà anche il modo per ricordare tutti insieme una dolorosa pagina di storia per troppo tempo dimenticata.
La manifestazione – che si svolgerà nelle giornate che vanno da domenica 7 a mercoledì 10 febbraio, ed è inserita nelle commemorazioni del ‘Giorno del Ricordo’ istituite dal Governo Italiano per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo delle popolazioni italiane da Fiume, dall’Istria e dalla Dalmazia – è organizzata da ASI Roma e, anche quest’anno, si avvale della collaborazione organizzativa di ASI Lazio, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e godrà del patrocinio di ASI Nazionale, della Federesuli e dell’Associazione Nazionale Dalmata. Fra le tante iscrizioni giunte in questi giorni anche una proveniente da New York dove un podista di origini dalmate, Ellis Tommaseo, correrà i suoi 10 km nelle strade della ‘Grande Mela’.
La quota di iscrizione è stata simbolica, 5 Euro, che saranno interamente devoluti all’Ospedale Spallanzani di Roma per la ricerca relativa al vaccino anti Covid. In preparazione un docufilm sulla storia dell’esodo e su una corsa che è già entrata nel cuore di tanti italiani.
Anche quest’anno, come da tradizione, alla partenza, seppur virtuale, della Corsa del Ricordo, è stata deposta una corona di fiori in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli Giuliano Dalmati.
Erano presenti alla cerimonia il capogruppo in Regione Lazio Fabrizio Ghera ed il presidente del Municipio Roma Nove Marco Cerisola, Alessandro Cochi già delegato alle politiche sportive del comune Di Roma, il presidente del CONI LAZIO, Riccardo Viola, il Col. Costa Giuseppe in rappresentanza dell’Esercito Italiano, il vicepresidente di ASI Nazionale Emilio Minunzio, il responsabile Asi Atletica Sandro Giorgi, Roberto Cipolletti ed Andrea Roberti ASI Lazio e Asi Roma.
A fare gli onori di casa Donatella Schurzel (Anvgd Sede Nazionale), Carla Cace ( Presidente Associazione Nazionale Dalmata) e Marino Micich che in rappresentanza delle associazioni di esuli hanno deposto la corona.