La Juventus è stata straripante nella Supercoppa stravinta contro una Lazio frastornata, mentre il Milan non è apparso molto tonico in terra olandese nell’andata del preliminare di Champions. La Vecchia Signora aveva destato perplessità nel pre-campionato, troppi stenti, troppi impacci, troppe note stonate per una squadra appollaiata da due anni sul tetto del campionato italiano. Ma ecco che, al primo impegno ufficiale, la forza di questa squadra è deflagrata, anche se bisogna dire che si è ritrovata davanti una Lazio irriconoscibile e imbarazzante. Probabilmente ci si è crogiolati troppo sul pensiero del 26 maggio, una data che il popolo biancoceleste non dimenticherà mai, tant’è che contro Madama, al minuto 71’, quando si era sotto di quattro gol, c’è stata un’esplosione di gioia per ricordare il minuto in cui Lulic ha giustiziato la Roma e consegnato la coppa Italia alle aquile capitoline. Ma la Lazio vista contro la Juventus è stata davvero poca roba, in partita per tutto il primo tempo anche a causa dei ritmi bassi, poi nella ripresa c’è stato il tonfo con gli uomini di Conte che hanno preso il sopravvento. Da un lato se si esalta la bontà dell’organico bianconero considerandolo ancora una spanna sopra tutte le altre, dall’altro c’è la delusione di aver visto una squadra soccombere senza colpo ferire, quando da essa ci si aspettava maggiore convinzione e competitività dopo un’estate trascorsa tra gli osanna dei suoi tifosi. È stata davvero una doccia gelata per i sostenitori biancocelesti che immaginavano un’altra gioia dopo quella della finale contro i cugini giallorossi, invece, è stata la notte del ridimensionamento, del ritorno sulla terra, delle ali tarpate. Non si può dire la notte dei processi perché sarebbe prematuro e anche inopportuno, ma è sicuramente suonato un campanello d’allarme in casa biancoceleste, non foss’altro per una mortificazione su cui bisognerà focalizzare l’attenzione onde individuarne le cause. Giusti i peana per la Juve che, molto probabilmente, non si aspettava di trovarsi la strada spianata di punto in bianco, sta di fatto che la notte dell’Olimpico, ha dimostrato quanto sia cinica e pericolosa questa squadra che sa colpire e non sa perdonare, basta un minimo errore e punisce. Del resto, non si vincono due campionati di fila per caso. Comunque, detto di una Juventus che ha esorcizzato qualsiasi perplessità e incertezza e di una Lazio ritornata sul pianeta terra denunciando tutta una serie di limiti, c’è da commentare anche la prima uscita ufficiale del Milan. Al Philips Stadion, nella tana del Psv, i rossoneri di Allegri hanno fatti i conti con una squadra che, avrà anche perso elementi importanti, ma che comunque resta temibile, soprattutto nel proprio catino. E, infatti, si sapeva che sarebbe una battaglia e tale è stata la notte olandese. Il vantaggio firmato da El Shaarawy aveva illuso, c’è stata anche la possibilità di raddoppiare (traversa di un non brillantissimo Balotelli), poi ci sono stati gli assalti dei padroni di casa che hanno fatto tremare più volte la porta di Abbiati. E proprio il portiere rossonero, nel secondo tempo, con un intervento maldestro su un tiro da lontano, ha servito su un piatto d’argento il pallone a Tim Matavz che, di testa, non ha perdonato. Poi il Milan ha avuto le occasioni per vincere, ma più volte ha anche rischiato di sbandare, quindi, bisogna accettare con il sorriso questo pari, sapendo che la qualificazione si deciderà a San Siro. Dove non saranno ammesse distrazioni, ci si gioca l’Europa, quella che regala emozioni e prestigio.
Maurizio Longhi