Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, oggi era impegnata nella relazione sull’amministrazione della Giustizia nell’ultimo anno. Il ministro, ha parlato alla Camera di tutti i numerosi problemi che, ad oggi, affliggono notevolmente il sistema giudiziario. Secondo la Cancellieri gli interventi degli ultimi anni si sono rivelati inutili e gli uffici giudiziari sono costretti ad un carico di lavoro estremo, il che provoca -quindi- anche grossi deficit alla qualità del lavoro giudiziario. Alla base dell’aumento abnorme delle cause c’è una maggiore litigiosità in campo civile e un incremento della criminalità in quello penale, il che significa una ‘trasformazione della società’, spiega la ministra. Inoltre, la riforma della geografia giudiziaria – che doveva migliorare il sistema- ha in realtà peggiorato la situazione poiché “non solo sono state eliminate le strutture di modeste dimensioni, dove in alcuni casi era evidente la sproporzione tra il numero di persone addette all’ufficio ed il basso carico di lavoro, ma è stata anche alleggerita la pressione sugli uffici metropolitani di maggiori dimensioni, come Milano, Torino e Napoli”. La Cancellieri ha anche avvisato i presenti di non prendere il problema “sottogamba” e che sono anche le insufficienze della giustizia ad aver peso sul debito pubblico. Per concludere il suo discorso, il ministro, ha cercato di essere motivante e spingere tutti a collaborare per migliorare: “L’attuale condizione di difficoltà in cui versa il sistema giudiziario non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, né costituire un alibi per l’immobilismo. Tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione”.