Pussy Riot è un collettivo punk rock russo femminista e politicamente impegnato. che fa onore al suo nome visto che riot vuol dire rivolta. Il gruppo è attivo a Mosca città che fa da palcoscenico ai flash mob ed alle performance estemporanee e molto provocatorie del gruppo attraverso cui danno espressione a provocazioni politiche, come ad esempio contro la campagna elettorali ed i brogli che portarono alla riezione di Putin. Nel mese di marzo 2012, tre donne del gruppo sono state arrestate con l’accusa di teppismo ed istigazione all’odio religioso per aver messo in scena nella Cattedrale di Cristo Salvatore un’esibizione contro Putin. Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa dei presunti abusi a cui sarebbero state sottoposte durante la custodia. Il 17 agosto 2012, ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d’accusa di cui erano imputate e condannate a una pena di 2 anni di reclusione pari al minimo edittale. Il 19 dicembre 2013 viene approvata all’unanimità dalla Duma, nonostante la contrarietà di Vladimir Putin l’amnistia per Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova. Questo per il 20° anniversario della Costituzione russa che ha permesso la scarcerazione di altre 25 mila persone in tutta la nazione. La liberazione viene effettuata per entrambe le donne il 23 dicembre, circa 2 mesi e mezzo in anticipo rispetto quanto stabilito dalla sentenza. Dopo la diffusione della notizia della sentenza, sono giunte alle tre condannate manifestazioni di solidarietà dal mondo occidentale. L’amministrazione statunitense si espresse negativamente sulla sentenza, definendo “sproporzionata” la condanna rispetto ai fatti contestati e la Russia fu invitata a una revisione del caso e a garantire la libertà d’espressione. La presa di posizione pubblica di Madonna in confronto delle accusate, manifestata anche durante un concerto a Mosca avrebbe seminato nervosismo tra molti funzionari dell’amministrazione russa. Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova, le due Pussy Riot che hanno passato due anni in carcere per l’ormai famosa ‘preghiera’ anti-Putin, sono brevemente intervenute al concerto ‘Bringing human rights home’, organizzato da Amnesty International al Barclays center di New York e sono state presentate sul palco da Madonna. Le due musiciste e attiviste russe non si sono esibite, scegliendo invece di parlare della loro lotta per il rispetto dei diritti umani. Alekhina e Tolokonnikova hanno detto di essere felici di essere di nuovo libere, ma hanno aggiunto di sentire il dovere di continuare a combattere per coloro i quali sono ancora in prigione. Hanno poi ringraziato le persone che le hanno sostenute e Amnesty International, per la sua missione votata a proteggere i diritti umani. “Grazie a tutti voi e a tutti coloro che sono sufficientemente coraggiosi da opporsi alle ingiustizie e dire la verità”, ha detto Alekhina sul palco, tramite un interprete. Lasciando in seguito il palco, Alekhina e Tolokonnikova hanno coinvolto il pubblico nel coro ‘la Russia sarà libera’.L’apparizione non è piaciuta però alle altre Pussy Riot, la cui identità non è mai stata svelata. Sei componenti della band punk russa hanno accusato le loro ex compagne in una lettera pubblicata sul loro sito di aver tradito gli ideali del gruppo. Vendere biglietti per un concerto “è in forte contraddizione con i principi delle Pussy Riot”, si legge nello scritto firmato con sette soprannomi. Questo è quanto e nessun peso ha avuto il fatto che Madonna si sia impegnata per il gruppo durante il concerto tenuto nel passato a Mosca. Siamo un collettivo separatista femminile, dicono le ex compagne di Maria e Nadezhda e non accettiamo mai denaro per le nostre performance e ci esibiamo solo a sorpresa in luoghi pubblici. La lettera critica anche i poster del concerto di New York dove compare un chitarrista di sesso maschile con un passamontagna, simbolo del gruppo femminista.
Roberto Cristiano
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