Il Piemonte torna al voto

Il Consiglio di Stato con sentenza definitiva ha respinto il ricorso presentato dal governatore del Piemonte Roberto Cota contro la sentenza del Tar che ha annullato le regionali 2010 confermando la sentenza di primo grado. L’esito delle consultazioni per rinnovare gli organi della Regione resta quindi annullato e si devono indire nuove elezioni. Si attendono nel giro di pochi giorni le motivazioni più estese. La sentenza del Consiglio di Stato che manda il Piemonte al voto con un anno di anticipo è la “morte della democrazia”. Lo afferma il governatore che afferma che mandare il Piemonte al voto con un anno di anticipo è la morte della democrazia, attribuendo alla sinistra di volere la vittoria pur avendo perso alle elezioni. Il 29 marzo 2010 Cota fu eletto presidente con una coalizione formata dal Pdl e dalla Lega Nord. La sua elezione è stata per qualche tempo in bilico a causa del possibile annullamento di circa 12 000 voti espressi verso liste a lui collegate visto che, al momento della proclamazione, il vantaggio di Cota era di circa 9300 voti. Il 19 ottobre 2010 il Consiglio di Stato confermò l’elezione di Cota, sospendendo il riconteggio dei voti. Il 22 maggio 2012 viene confermata in appello la condanna a Michele Giovine per aver falsificato le firme necessarie alla presentazione della lista “Pensionati per Cota” risultata determinante per l’elezione di Roberto Cota. L’opposizione tornò quindi a chiedere le dimissioni del Presidente Cota. Il 10 gennaio 2014 il TAR del Piemonte annulla le elezioni regionali del 2010 che avevano decretato Cota presidente della regione Piemonte. Il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale annunciò ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR ma ieri, come dicevo, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar annullando definitivamente le elezioni regionali piemontesi del 2010. ”La sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le elezioni in Piemonte ”è una vergogna”: lo dice il segretario della Lega Salvini, aggiungendo che, con le elezioni, ”torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti”. Secondo Salvini ”in Piemonte non decidono i cittadini, ma i giudici, i giornali e le banche torinesi”. ”Arrendersi? Mai – ha proseguito Salvini – Torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti, che non hanno digerito i 30 milioni di euro di taglio annuo ai costi della politica regionale e il ripianamento dei buchi della sanità”.
Per i radicali Silvio Viale, Igor Boni e Giulio Manfredi invece: “Giustizia è fatta anche se con quattro anni di ritardo. Quattro lunghi anni nei quali abbiamo aspettato di vedere riconosciute le nostre ragioni che abbiamo invocato in ogni sede e in ogni modo e non l’abbiamo fatto contro Cota ma per la legalità elettorale violata da una truffa intollerabile. Ora si vada al voto con le elezioni europee per risparmiare decine di milioni di euro e per ripartire. Il Piemonte si merita un cambio di passo e faremo di tutto per contribuire a realizzarlo”.

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