L’individuo al centro della libertà economica

Di Antonio Gambino

L’indice di libertà economica che viene misurato da organismi internazionali e/o centri di ricerca pone il nostro paese in una graduatoria con i dati del 2004 al 45° posto. Se dovessimo aggiornare la graduatoria con i dati attuali sicuramente saremmo scesi al 60° posto dopo paesi che nessun cittadino potrebbe mai immaginare. Qual è la causa di tutto ciò? Secondo la mia opinione e dall’analisi di una serie di fattori facilmente rilevabili possiamo attribuire questa scarsa propensione alla libertà economica in tre fattori ben noti ma scarsamente analizzati:
1) L’effetto globalizzazione;
2) L’effetto di una moneta unica;
3) L’effetto crisi.
L’effetto globalizzazione: erroneamente si è ritenuto che la globalizzazione potesse avere degli effetti positivi sullo sviluppo economico globale, nella realtà cosa è accaduto, che i paesi cosi detti emergenti hanno avuto vita facile e un percorso in discesa in quanto privi di quelli elementi frenanti che caratterizzano i paesi dell’area euro perché paradossalmente (vedi China, India, Indonesia, Corea del sud, Malesia e comunque quelli dell’area asiatica) pur avendo regimi piuttosto autoritari hanno messo al centro dell’economia l’individuo e quindi la capacità creativa per uno sviluppo economico accelerato che lo stesso individuo è capace sviluppare quando opera in un regime di libertà individuale. Ciò potrebbe apparire una contraddizione. In verità non lo è perché nei suddetti paesi abbiamo visto sorgere come i funghi una miriade di piccole e medie imprese in quanto lo stato ha concesso all’individuo la libertà di intraprendere riducendo al minimo indispensabile la invadenza della burocrazia sulla libertà individuale. Infatti, a ben riflettere in questi paesi che a suo tempo furono colonie o protettorati o altre forme di governance del sistema anglosassone il peso della burocrazia è sostanzialmente pari a zero. Viceversa, in Europa e particolarmente nel nostro paese il peso e l’invadenza dei governi e quindi dello stato ha tolto ogni libertà di iniziativa e l’individuo ovviamente ne ha subito le conseguenze; mi spiego meglio, qualsiasi soggetto che volesse intraprendere un’attività economica si troverebbe in qualsiasi stadio e grado della sua iniziativa ad avere un punto di tangenza con l’apparato e di conseguenza ad un blocco della libertà individuale di intraprendere e di portare a termine la sua opera con tutte le conseguenze che ne derivano.

Antonio Gambino nasce a Cinisi (Pa) il 07/1/1944, docente di strategia e politica aziendale – Università Marconi (Roma). Economista

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