Toni Servillo e la distanza tra sogno e realtà

Toni Servillo è il grande protagonista che da Afragola volerà a Los Angeles per la cerimonia degli Oscar, e che commenta così: “Quello che succederà la notte del 2 marzo a Los Angeles è certamente meraviglioso, ma per me ha soprattutto il significato di accorciare la distanza che c’è tra la realtà e il sogno”. Il sogno è quello realmente avvenuto per Servillo che è passato dalla palestra del liceo Diaz di Afragola a calcare palchi teatrali e set cinematografici con strepitosa capacità e straordinaria perizia. La realtà è che la sua interpretazione di Jep Gambardella nel film “La Grande bellezza” di Paolo Sorrentino è entrato nella rosa dei cinque candidati stranieri all’Oscar. Servillo nel film interpreta un cinico sentimentale deluso che dissipa i suoi talenti. Il film è in realtà il racconto delle occasioni mancate ci lasciamo alle spalle. Il personaggio, come sappiamo, è napoletano, le scene sono girate a Roma e la storia è internazionale. Toni Servillo ha ricevuto molti premi alla carriera, dal David di Donatello al Globo d’Oro oltre a numerosi Nastri d’Argento. Ora si trova a Pisa ad interpretare “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo, insieme al fratello Peppe, voce degli Avion Travel. E quando gli chiedono se preferisce recitare al cinema risponde così: “Marlon Brando diceva che il teatro era degli attori, il cinema dei registi e la televisione dei ‘residui’. Per quanto mi riguarda, nonostante io pratichi il cinema con un’ enorme passione, il teatro è la mia vita” e continua: “Il teatro è una traccia di vita in un mondo che ci manda segnali di morte, è un appuntamento di uomini vivi che parlano con altri uomini vivi, un luogo dove si condividono e si trasmettono i pensieri, una sorta di piccolo fuoco dei testi che noi dobbiamo riaccendere portandolo di città in città. Esattamente l’opposto di quello che avviene con la televisione, quando si preme un bottone e il mondo ci arriva in casa”. Parla poi di Alberto Saporito che interpreta nelle voci di dentro: “Alberto Saporito è un dono di Eduardo. Nato nel primo dopoguerra è testimone e nello stesso tempo complice di una realtà ipocrita e corrotta. In un mondo pieno di macerie Eduardo già intravedeva le macerie morali che andavano ad aggiungersi a quelle materiali. Non è poi così diverso oggi perché stiamo assistendo ad un altro dopoguerra morale. Il nostro è un Paese in cui, nonostante tangentopoli, nonostante le stragi di mafia e tutte le altre cose che non voglio ricordare, la questione morale è irrilevante. Ormai non leggo più neanche i giornali perché parlano di cose incredibili, usano parole come ‘staffette’: non ci si capisce più niente…”. Confidiamo che dalla sua staffetta a Los Angeles Toni ritorni in patria con la magica statuetta…

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