Richard Gere oggi al Festival di Roma per presentare il secondo film della sua carriera, Days of Heaven di Terrence Malick. Più volte l’attore sessantaduenne, e da sempre impegnato per la causa tibetana, ha messo da parte il suo ruolo di star e invece ha fatto capire che il mestiere, il lavoro, vengano dopo la vita. Questo un piccolo dizionario delle cose dette da Richard Gere e che hanno incantato il pubblico della Sala Petrassi all’Auditorium Parco della Musica. “Amo l’Italia e Roma – ha detto Richard Gere – e non a caso ho ricevuto il primo premio internazionale qui da voi ovvero il David di Donatello per il film di Malick”.
Ha parlato di Hollywood, ed ha affermato di essere stato fortunato perché ha lavorato lì nell’età dell’oro del cinema con gli Studios pronti a correre rischi. Eravamo pionieri allora. Oggi è cambiato tutto si fanno solo Block-buster ed è difficile fare piccoli film indipendenti.
Continua ancora e parla del Buddismo. E dice: “credo che tutti provino disagio nei confronti della realtà e il buddismo mi ha colpito per questo perché tende a superare la realtà che vuole fuorviarci. E dà poi maggior senso di comunità, di condivisione e amore. Per me è la strada giusta oltre la menzogna”.
DALAI LAMA – “Sarebbe bello fare un film sul Dalai Lama, ma in realtà è già stato fatto da Martin Scorsese (Kundun). Mancherebbe la sua straordinaria vita dal ’59 in poi”.
“Ho fatto il mio primo film quando avevo 26 anni, credo che fare l’attore sia soprattutto un lavoro, una cosa questa che si è rafforzata in me anno dopo anno”.
“Non faccio programmi per il futuro – ha detto Gere -. Anzi rimango sorpreso quando ancora mi propongono una sceneggiatura”.
TIBET – “E’ una terra a cui tengo tanto. Il Partito comunista cinese ha preso ultimamente posizioni molto rigide verso i fratelli e le sorelle tibetane e questo mi addolora molto”.
FAMIGLIA E MAESTRI – “Il rapporto con la mia famiglia è al primo posto, poi vengono i maestri. Sono appena tornato da Katmandu, in Nepal, dove è morto uno dei miei maestri e sono andato lì al quarantesimo giorno dalla sua scomparsa perché il buddismo è un momento molto importante”.
SEX SYMBOL – “Non mi sono mai reso conto di esserlo. Faccio solo l’attore”.
OTTIMISMO –“ Certo che sono ottimista, ho 62 anni e la realtà che conta per me oggi è l’amore”.
CRISI ECONOMICA – “Ho amato molto il documentario, il side job e l’ho anche votato agli Oscar. Un documentario che parla della verità senza confini di chi ha provocato questa crisi i cui responsabili hanno avuto anche delle promozioni, degli incarichi. L’importante ora è che la gente parli e protesti. So che in Italia il movimento di protesta non è ancora così forte ma, su Internet, sono circolate ampiamente le proteste di tutto il mondo”.
IL MIO EREDE – “Un attore in cui mi riconosco un po’? Probabilmente Ryan Gosling. Penso a lui anche perché mia moglie lo adora” . SOGNO – “Quali sono i miei sogni? Sicuramente mio figlio di 11 anni. Quello che conta per me è lui e i miei maestri”. LUPA CAPITOLINA – “Sono molto contento di ricevere il premio Lupa Capitolina dal sindaco Alemanno che ho già incontrato due anni fa e mi ha molto colpito per il suo atteggiamento a favore del Tibet e del fatto che ha parlato della Cina con toni duri e fermi” .