Renzi ha dichiarato apertamente che “L’ obiettivo è quello di offrire una riduzione del carico fiscale che sia duratura. La dobbiamo finire con le operazioni straordinarie ed i fantomatici gettiti dal rientro dei capitali, parlando invece della Cassa Depositi e Prestiti.”. L’errore è stato lanciarsi per questo in un parallelismo, accostando la vicenda a quella della Spagna dove un intervento analogo è stato fatto per 60 miliardi di euro con effetto benefico immediato. Aiuteranno quindi i fondi per lotta al credit crunch, ed entro 15 giorni saranno sbloccati i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della P.A. Renzi in pratica vuole far credere che è esistito uno shock prodotto dalla Spagna sulla liquidità. Parla poi di potenziali coperture, e le individua nella ormai salvifica spending review di Carlo Cottarelli, e nel fantasmagorico ritorno dei capitali italiani dalla Svizzera. In pratica si contraddice apertamente rispetto a quello che ho riportato qualche rigo fa. Renzi facile preda del sano e divertente berlusconismo. Comunque sia non si parlerebbe di copertura strutturale ma di “una tantum”. Renzi poi precisa che non vuole tassare i Bot delle vecchiette ma si vuole lanciare in una tassonomia dei “tipi di rendite finanziarie”, cosa che lo porta ad affermare che occorre tassare “non i Bot ma la rendita finanziaria pura“. In realtà si sta pensando a tutt’altro, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale, che sarà finanziato per due terzi dalla riduzione della spesa, e per la parte mancante attraverso l’uniformazione delle aliquote sulle rendite finanziarie attraverso un aliquota unica. Così, Taddei disse! Sul cuneo fiscale in realtà ci sono scuole di pensiero diverso e Padoan si è preso del tempo per verificarle. Molti insistono su 20-23 miliardi, altri hanno idea diversa. Un fatto è abbassare Irap, un altro è abbassare Irpef. Si ragiona poi, in terza istanza, sugli oneri sociali. Il think tank è formato da Padoan e Cottarelli…