Barack Obama deve prendere una decisione molto importante per l’ambiente, che è quella dare o meno il via libera ad se un gigantesco oleodotto per trasportare ogni giorno 830mila barili di un petroli dal Canada agli Stati Uniti. Si chiama Keystone XL e riverserebbe milioni di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera, tanto da essere ribattezzato “la più grande bomba ambientale sul pianeta”. Grazie ad enormi proteste si ottenuto un rinvio ed un tribunale che si occuperà della vicenda. John Kerry, il responsabile delle relazioni internazionali USA, ha deciso di aprire una consultazione pubblica, ben a conoscenza che su questa decisione si gioca la credibilità statunitense nella lotta contro il cambiamento climatico. Le grandi multinazionali del petrolio hanno interesse all’approvazione del progetto tanto da comprare spazi pubblicitari nelle tratte della metropolitana di Washington usate dai politici per andare al lavoro. E le pubblicità dei petrolieri sono solo la punta dell’iceberg. Sappiamo che il governo USA è sotto la pressione costante della lobby di queste multinazionali, ed il petrolio estratto dalle sabbie bituminose è il combustibile fossile più inquinante di sempre perché contribuisce al riscaldamento globale da tre a quattro volte in più del petrolio normale. L’anno scorso, Obama disse che avrebbe autorizzato il progetto solo se fosse stato ritenuto nell’interesse generale del Paese e se si fosse dimostrato che non avrebbe peggiorato la crisi ambientale per le future generazioni. Kerry ha fatto della lotta al cambiamento climatico una sua bandiera e vuole per gli USA un ruolo primario sulla scena mondiale. I sostenitori dell’oleodotto parlano di posti di lavoro e di indipendenza dai Paesi produttori di petrolio, ma Obama sa che la vera occupazione viene dall’energia pulita e che il cambiamento climatico è forse la più grande minaccia, sia per la sicurezza sia degli USA che dell’intero pianeta. Tre anni fa la costruzione dell’oleodotto era data per scontata. Ma i cittadini si sono fatti sentire e ci sono stati migliaia di arresti per una incredibile azione di disobbedienza civile, una delle più grandi negli Stati Uniti. A seguito di questo Obama respinse il progetto iniziale. La crisi ambientale sta colpendo tutti nel mondo: dall’Alberta, la regione del Canada da dove partirebbe l’oleodotto, alla Gran Bretagna, che ancora cerca di riprendersi da inondazioni mai viste prima, fino all’Australia che solo ora respira dopo un’estate devastata da incendi record, od in qualsiasi altro Paese in cui si pagano le conseguenze di condizioni climatiche straordinarie.
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