Al Teatro Mercadante – LIBRI&CAFFÈ – domani verrà presentato il volume “William Shakespeare e il senso del tragico” a cura di Simonetta de Filippis. con la curatrice interverranno Luca De Fusco, direttore del Teatro Stabile di Napoli, Stefano de Stefano, critico teatrale del Corriere del Mezzogiorno ed Annamaria Sapienza, docente di Storia del Teatro dell’Università degli Studi di Salerno. “La nostra è un’epoca essenzialmente tragica”, scriveva D.H. Lawrence nel 1928 ad apertura del romanzo Lady Chatterley’s Lover, sintetizzando così il dramma di una “terra desolata”, ferita e segnata dalla violenza e dall’orrore della Grande Guerra. Il senso del tragico è certamente un tratto forte che definisce e pervade la nostra epoca, avvicinandola sensibilmente a quella elisabettiana e facendo di William Shakespeare un “nostro contemporaneo”. La modernità della tragedia shakespeariana si esprime attraverso la coraggiosa riflessione sul senso di fragilità e di sperdimento dell’uomo del tempo, un uomo non più vittima del Fato o degli umori degli Dèi come accadeva nella tragedia classica ma artefice del proprio destino, posto come è con la propria coscienza di fronte ai grandi mutamenti del tempo, consapevole della propria individualità in un mondo oramai privo di quegli assoluti che lo avevano sorretto e guidato e, dunque, costretto a misurarsi con una realtà sfuggente e dalle molteplici letture. Uomo che è artefice del proprio destino e che si esprime attraverso le scelte compiute che trasformano di fatto un predestino in un destino. L’uomo inteso come “uomo d’azione” che determina la traccia della sua vita. Quindi, un senso di inquietudine attraverso il quale l’uomo si riappropria di se stesso. Una traccia fortemente esoterica del “bardo” che si esprime nelle sue opere. Nei contributi che compongono questo volume, alcuni dei grandi protagonisti della tragedia shakespeariana , Amleto, Otello, Re Lear, Riccardo II, insieme alle figure tragiche femminili di Desdemona, Giulietta, Lucrezia ed altre , ci raccontano l’interiorità tormentata e il senso di inquietudine dell’individuo in un’epoca che presenta straordinarie affinità con il mondo contemporaneo, prestandosi così a nuove sperimentazioni, riscritture, rivisitazioni, non soltanto teatrali ma anche poetiche, cinematografiche, digitali, attraverso le quali il grande palcoscenico shakespeariano viene riproposto come luogo di rappresentazione del sentire dell’uomo contemporaneo, come vivace arena di dibattito critico, come fertile terreno da cui continuano a germogliare nuove creazioni artistiche.