”Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l’ingresso dei giovani. Se in un posto mando in pensione leggermente anticipata 3 dirigenti, non devo per forza sostituirli, magari basta prendere un funzionario. Con questa staffetta generazionale riduco, svecchio e risparmio”. Così Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione. ”Partiremo con la riforma della dirigenza, tra fine aprile e inizio maggio. Non abbiamo ancora deciso lo strumento ma i contenuti sono chiari. In Italia ci sono troppi dirigenti, troppo anziani, che non ruotano e per i quali si è formata una giungla retributiva che non risponde né a criteri meritocratici né a elementi oggettivi”, dice Madia. ”I premi scatteranno solo a fronte di un evidente miglioramento della performance’. Quanto alla possibilità che nel 2014 i premi siano sospesi, non c’è nessuna decisione in merito. Meglio far partire subito il nuovo sistema di valutazione”. Possiamo allacciare questo discorso a quanto gestito dal Ministero dell’Economia e che riguarda i paletti posti per gli stipendi dei top manager, che non dovrebbero superare i 311 mila euro, eccezion fatta per le società quotate. Nella formula adottata da Padoan viene comunque lasciata una zona grigia, visto che le società controllate dal Mef vengono classificate in fasce di complessità sulla base di precisi parametri che riguardano il valore della produzione, gli investimenti ed il numero di dipendenti. E’ forse un trucco?
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