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La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso di riaprire il caso del giallo di Garlasco chiedendo nuovi esami. Questi riguardano il Dna su un capello trovato nelle mani di Chiara Poggi, la ripetizione della camminata di Alberto Stasi sul luogo del delitto e il sequestro della bici nera nella disponibilità della famiglia del giovane per sottoporla alla ricognizione di due testimoni. Si tratta di richieste avanzate sia dal procuratore generale Laura Barbaini sia dalla famiglia Poggi che chiedono l’individuazione del dna da un capello corto castano chiaro trovato nel palmo della mano sinistra di Chiara e sui margini delle unghie della ragazza e la ripetizione dell’esperimento della cosiddetta “camminata di Stasi” sulla scena del crimine, estendendolo anche ai primi due gradini della scala su cui fu trovata senza vita Chiara Poggi e che Alberto Stasi dice di aver sceso. Uno dei legali di Stasi, Fabio Giarda, ha dichiarato: <<Siamo tranquilli perché questi approfondimenti dimostreranno l’innocenza di Alberto che non ha detto niente di particolare al momento della lettura dell’ordinanza. Noi siamo tranquilli e sicuri che da queste nuove perizie non verrà fuori nulla di nuovo>>. Soddisfazione per la famiglia Poggi che ha affidato il suo commento a una nota a firma della signora Rita: <<Si tratta – ha detto – di un importantissimo riconoscimento di quanto la parte civile ha sempre sostenuto nel corso dei precedenti gradi di giudizio e su cui la Suprema Corte aveva già espresso solide e argomentate motivazioni decidendo la riapertura del processo. Auspichiamo adesso – si legge ancora – che periti e consulenti vogliano affrontare questo ulteriore sforzo alla ricerca di una verità finora solo sfiorata, con serio e determinato impegno, in modo da concludere il quadro lasciato inspiegabilmente incompleto nel 2009>>.
Sebastiano Borzellino
