Il Napoli vince la Coppa Italia ma, paradossalmente, questa serata passerà alla storia per quanto successo al di là di ciò che è il calcio. Il nome del Napoli viene iscritto per la quinta volta nell’albo d’oro della Coppa Italia ma rimarrà scritta nella storia del calcio italiano la vergogna di quanto successo. Una partita iniziata con quarantacinque minuti di ritardo, l’inno nazionale fischiato, il silenzio dei tifosi del Napoli che dovevano contribuire ad essere la cornice di uno spettacolo che spettacolo non è stato. Troppo grave quanto successo a Tor di Quinto con un tifoso ferito gravemente all’addome da un colpo di pistola. Si tratta di Ciro Esposito, trentenne, che è stato colpito al petto ed è ricoverato a Villa San Pietro in fin di vita con la pallottola che gli si è conficcata nella spina dorsale. Si parlava di uno scontro tra tifosi ma a quanto pare lo scontro c’è stato ma gli spari sono arrivati dall’esterno, forse da un fioraio che li voleva allontanare. Come ricostruito finora, a quanto pare, alcuni romani hanno accerchiato l’automobile occupata da due tifosi napoletani. Da qui la rissa e gli spari che hanno ferito Ciro Esposito, ma anche altri due uomini. Il pomeriggio è stato caratterizzato da altri scontri che hanno portato a dieci il numero dei feriti. Nello stadio, invece, è montata la tensione e la rabbia dei tifosi del Napoli e, dopo un lungo confronto tra dirigenti e forze dell’ordine, è stato dato l’ok all’inizio della partita. Ma, come se non bastasse, quando Hamsik è andato a parlare con i tifosi è partito un fitto lancio di petardi e fumogeni che hanno ferito un Vigile del fuoco. Ed ancora l’inno nazionale è stato fischiato per le facce sconcertate di Renzi, Della Valle, De Laurentiis, Prandelli, Insigne che ha accompagnato l’inno con un applauso dall’inizio alla fine. E, infine, a completare il quadro, il riscaldamento postumo, cosa mai vista, dei ventidue in campo. Questo ci porta a parlare della partita ch vede un napoletano doc come Lorenzo Insigne regalare la coppa alla sua squadra e alla sua città. Montella che recupera tutti tranne Cuadrado squalificato e Gomez ma porta in panchina Rossi schierando tre “falsi” attaccanti come Joaquin, Ilicic e Borja Valero chiamati a gestire la fase offensiva della viola mentre Benitez preferisce Insigne a Mertens. La scelta si rivelerà decisiva perché lo “scugnizzo” vivrà una notte magica rivelandosi l’eroe della finale. Dopo aver fatto le prove generali al 5’ con un destro messo in angolo da Neto, Insigne sblocca il risultato all’undicesimo. Jorginho recupera palla al limite dell’area intercettando un passaggio di Ilicic. Hamsik corre veloce, si fa cinquanta metri e forse più palla al piede prima di servire Insigne che di prima intenzione, di destro, calcia a rientrare disegnando una traiettoria magica che bacia il palo e da il vantaggio al Napoli. Gran gol di Insigne ma grande anche Hamsik, spesso criticato ma stasera quanto mai prezioso. Il Napoli è devastante nelle ripartenze ed è incredibile la velocità con cui i ragazzi di Benitez ribaltano l’azione. Così, dopo tre minuti, allo stesso modo, un cross di Callejon quasi propizia il 2 a 0 con Gonzalo Rodriguez che rischia l’autogol per anticipare Higuain. Ma il 2 a 0 arriva subito dopo. Questa volta è Vargas che regala palla a Higuain che accelera e lascia secco sul posto Savic, palla in mezzo per l’arrivo a rimorchio di Insigne che scarica un sinistro deviato da Tomovic alle spalle di Neto. La Fiorentina è scossa, sembra non avere la forza di reagire ma al 28’ arriva un improvviso lampo viola che riapre la partita: verticalizzazione di Savic, tocco di Ilicic che trova Vargas solissimo al limite col peruviano che fredda Reina, si fa perdonare l’errore sul raddoppio di Insigne e invita ai suoi a ragionare ripetendo “Con la testa, con la testa”. La Fiorentina si carica, ci crede, e dopo un minuto va vicina al pari sull’asse Borja Valero – Joaquin con quest’ultimo che non arriva per poco alla deviazione vincente. Al 44’, dopo un’occasione per parte col tiro alto di Borja Valero e la botta centrale di Higuain, Aquilani troverebbe il pareggio ma il guardalinee segnala un fuorigioco molto dubbio. Il secondo tempo è tutto a tinte viola ma le emozioni latitano a lungo grazie all’ottima fase difensiva del Napoli. Montella aumenta il potenziale offensivo della sua squadra togliendo Pasqual per Mati Fernandez con Vargas abbassato terzino, mentre Benitez getta nella mischia Mertens e Pandev per Hamsik e Higuain. Il neo entrato Mati Fernandez dalla distanza chiama in causa Reina che alza in angolo. Quindi, a cinque mesi dall’infortunio, al 72’ torna in campo Giuseppe Rossi ma è Pandev a sfiorare il gol con Neto che salva in uscita respingendo col corpo. Al 78’ un’ingenuità di Inler, già ammonito, lascia il Napoli in dieci che si copre con Behrami per Insigne mentre Montella gioca la carta Matri che può essere subito decisivo servendo un assist delizioso per Ilicic che solo davanti a Reina lo grazia con un tocco di fino inutile che si spegne sul fondo. Due minuti e Matri calcia a lato non di molto. La Fiorentina si getta in avanti ma in contropiede arriva la firma finale di Mertens che regala al Napoli la quinta Coppa Italia della sua storia, la seconda della gestione De Laurentiis mentre Benitez si conferma uomo di coppa portando a casa il nono trofeo della sua carriera. I 30.000 tifosi del Napoli cantano “O’ surdat nnamuratu” mentre i tifosi della Fiorentina danno vita a una commovente sciarpata per ringraziare i propri beniamini per la stagione eroica tra mille infortuni. Sono le poche pagine liete che in parte redimono una notte poco invadibile per il calcio italiano ma che comunque è una notte di festa per il Napoli e Napoli sperando che Ciro Esposito possa riprendersi.
Sebastiano Borzellino