Mi sono svegliato con un sorriso, forse ironico, forse divertito, per il sogno che avevo fatto. Mi trovavo in una immensa foresta di cedri del Libano, legno particolarmente ricercato ed usato anche da Re Salomone per la costruzione del suo tempio, mentre l’impero ottomano lo adoperò per la costruzione del suo sistema stradale. Guarda, guarda, ho pensato: tutte le strade portano in Libano. L’atmosfera del mio sogno era accogliente e vellutata ed era piacevole attraversarla. Ho sentito poi una voce tonante che chiedeva risuonando nell’aria: “Utra manu arcum tendis?”, con quale mano tendi l’arco, chiedeva la voce in tono dellutrante a Gebran Bassil. E sei forse tu genero di Michel Aoun? Adoperi forse tu il cerimoniale rotariano in senso siriano ed hezbollano? Samir Gennar Mokbel, ripetuto più volte. Era un mantra recitato in nome di Assunta Madre. Io non capivo, ero incredulo ma tendevo le orecchie. Cercavo di capire. E poi, Beirut Beirut, Putin Putin, Gemayel Gemayel, Cavalier Cavalier… Ancora il mantra…Poi mi sono svegliato ridendo. Che strano mantra, Putin non ha bisogno di Cavalier per attuare un non so che o non so cosa. Ho riso di gusto scendendo dal letto pensando alle vere puttanate di Cavalier…
Andrea Viscardi