Il sottobosco della malapolitica

 Un terremoto giudiziaro si  è scatenato come una bufera sull’Expo,  illuminando un sottobosco di malapolitica ancora imperante per tessere trame in chiaroscuro.  Parlo di Primo Greganti e di Gianstefano Frigerio, arrestati unitamente ad Angelo Paris, responsabile dell’ufficio contratti dell’Expo 2015. Frigerio è stato il segretario regionale della Dc degli anni precedenti all’inchiesta Mani Pulite e Primo Greganti uno storico esponente del vecchio Pci. Questa notizia è a dir poco sconvolgente,  e questo deviato sottobosco politico dovrebbe essere spazzato via con il napalm, come negli anni scorsi desiderava Giulio Andreotti per risolvere alla fonte il problema delle colture di papaveri da oppio, utili per produrre eroina. La politica ed il suo sottobosco devono essere “purificati” e mi risuonano nelle orecchie le parole di Beppe Grillo quando dice: “O noi, o loro!”. Nel loro possiamo includere il sottobosco. Questi personaggi sono bambini, ovvero non formati, e meriterebbero di essere incarcerati a Nisida partecipando all’iniziativa “Nciarmati a Nisida”. Nciarmati, nel senso ampio e vasto della parola,  non è un bel termine, e viene usato nei sottoboschi napoletani per dire “facimm nu nciarm”, ovvero facciamo una cosa illegale e mettiamola in corso. E’ questa di cui parliamo è una nuova tangentopoli, nata  all’ombra della Madonnina,  che hanno come  protagonisti le persone già citate, unitamente all’imprenditore Enrico Maltauso, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo,  l’intermediario Sergio Cattozzo e il direttore generale di Infrastrutture lombarde Antonio Rognoni. Per quest’ultimo i domiciliari.  ”Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto”, ha chiarito il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, il quale, a chi gli ha fatto notare che questa era una delle inchieste citate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo nell’esposto contro di lui al Csm, ha risposto: ”Robledo non ha condiviso l’impostazione e non ha vistato gli atti”. Secondo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, negli ultimi due anni avrebbe operato in Lombardia una vera e propria ”cupola” che prometteva ”avanzamenti di carriera”, grazie a ”protezioni politiche”, a manager e pubblici ufficiali disponibili a pilotare le gare a favore degli imprenditori che versavano le mazzette. E così nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Fabio Antezza, compaiono i nomi di numerosi politici, tra cui Silvio Berlusconi, che avrebbe ricevuto lo stesso Paris ad Arcore lo scorso febbraio, ma anche quello di Cesare Previti. Non c’è comunque  nessun politico nazionale indagato,  hanno chiarito i pm, spiegando, tra le altre cose, che la ‘sede sociale dell’associazione per delinquere si trovava a Milano in un centro culturale intitolato a Tommaso Moro. Centro di cui era presidente Frigerio,  attualmente collaboratore dell’Ufficio Politico del Ppe a Bruxelles.  E se Frigerio, detto ”il Professore” o ”l’Onorevole”, dalle intercettazioni sembra essere stato in stretti rapporti con l’ex premier,   Greganti, noto come il collettore delle ‘mazzette rosse’ più di 20 anni fa, nella ‘cupola era, come scrive il gip, il ”soggetto legato al mondo delle società cooperative di ‘area PD”’, le quali, come hanno chiarito i pm, venivano da lui protette e favorite negli appalti.  I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. Si spaziava dai cantieri dell’Expo, alla nascente città della salute, agli ospedali pubblici. Tutte seguivano la precisa impostazione rilevando notizie d’ufficio segrete sul procedimento di formazione del bando di gara e le successive migliorie progettuali da proporre. Le valutazioni in una gara sono sempre di natura tecnico-economica. Comunque la notizia che diffonde gelo è che Frigerio e Greganti che hanno conosciuto il mal di cella continuano a muoversi con destrezza e discrezione nei sotterranei affaristici della Terza Repubblica tra appalti pubblici ed affari privati. Sembravano scomparsi ma nuotavano indisturbati nelle profondità dell’anonimato. Sono ricomparsi con il loro maleodorante bagaglio dei rapporti affaristici emersi da un pantano.

Cocis

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