L’Italia cala il tris e così, dopo Errani e Schiavone, anche Flavia Pennetta vola agli ottavi di finale del Internazionali di Roma. Vittoria di cuore e carattere della Pennetta al cospetto della diciassettenne Belinda Bencic, capace di recuperare lo svantaggio iniziale riequilibrando il match. E propria questa poteva essere l’insidia per la Pennetta che non si è scomposta e si è rimessa a macinare gioco. Primo set in scioltezza per la brindisina che non ha mai concesso nulla vincendo il primo parziale per 6 – 2 con due break sul servizio della giovane svizzera. Il secondo set non è iniziato bene per la Pennetta che è andata sotto di due game con break, ha poi avuto un sussulto ma nulla più. E allora la Bencic, carica e calda, ha restituito il 6 -2 all’azzurra. Ma nel tennis la testa conta e tanto. E l’esperienza della Pennetta, tennista navigata che ne ha viste e affrontate di tutti i colori, le ha permesso di venire fuori da una situazione che sembrava complicata. Così, dopo il break e contro break iniziale, ha strappato un nuovo break nel quinto game confermandolo nel sesto con il quale si è portato sul 4 – 2. Impressionante poi il rush finale con un parziale di 8 a 0 che le fa chiudere sul 6 – 3 e qualificarsi agli ottavi dove aspetta la vincente della sfida tra Jelena Jankovic e Svetlana Kuznetsova. Brava comunque la Bencic, 17 anni e un sicuro avvenire. Tutto facile per Serena Williams che, dopo i problemi fisici accusati a Madrid, ha spazzato via la tedesca Andrea Petkovic con un doppio 6 – 2 in assoluta scioltezza. Fuori invece la sorella maggiore Venus per mano della Suarez Navarro, che sta vivendo un momento di forma splendido, mentre Simona Halep ha dovuto rimontare lo svantaggio di un set contro l’americana Keys ma, dopo il blocco iniziale, ha dominato vincendo i due set con i parziali di 6 0 – 6 1. Esordio vincente ma sofferto per Maria Sharapova, ben più complicato di quanto dica il 6 3 – 7 5 finale contro la portoricana Puig che sia nel primo che nel secondo set è stata in vantaggio di un break prima di subire la rimonta della russa.
Sebastiano Borzellino