Una notte folle, per cuori forti in Serie A che ancora doveva assegnare l’ultimo posto per l’Europa League. Alla fine, al termine di una notte bellissima e crudele, dipende dai punti di vista, fa festa il Parma che, sette anni dopo, torna in Europa grazie a Carvalho de Oliveira Amauri che, entrato dalla panchina, realizza una doppietta da sogno che spedisce il Parma in Europa League al termine di una serata emozionante che ha visto qualificato prima il Toro, poi il Milan e infine proprio i ducali. E proprio il Parma, guarda caso, è l’ultima italiana ad aver vinto la Coppa Uefa oggi chiamata Europa League nel 1999. Ad inizio serata è il Torino ad essere qualificato e la situazione, nonostante i gol di Muntari e De Jong a Milano, rimane invariata fino al 57’ quando Cuadrado si guadagna un rigore che Rossi realizza con freddezza. A sorpresa sarebbe il Milan ad andare in Europa ma la gioia milanese dura quattro minuti perché al 61’, su angolo di Cassano, Amauri di testa fa esplodere il “Tardini”. Il Torino e soprattutto Cerci non ci stanno e al 67’ l’attaccante granata confeziona l’assist del pareggio di Larrondo, appena entrato in campo, che ridà speranza al Toro che però avrebbe bisogno di un altro gol e allora attacca ma presta il fianco al contropiede micidiale di Cuadrado che serve Rebic per il 2 a 1. È il delirio a Parma perché contemporaneamente Amauri fa 2 a 0. Tutto finito? Macché! Kurtic con una sassata a sei dalla fine riaccende la speranza del Torino che avrebbe bisogno di un altro gol. E l’occasione si materializza al 93’. Rigore per il Torino, dal dischetto va Cerci. L’anima del Torino, l’uomo che, insieme a Immobile, ha trascinato il Torino a un passo dal sogno. Ma il destino è beffardo col Torino, lo è sempre stato storicamente. E Cerci sbaglia, anzi Rosati respinge. Finisce con le lacrime di disperazione di Cerci, di Ventura e della Torino granata che comunque applaude e intona “Grazie ragazzi” perché il Toro ha fatto una stagione incredibile. Ovviamente a Parma è festa grande. Il calcio è questo, c’è chi ride e c’è chi piange. Piange Torino e fa festa il Parma. Ma prima di esaltare il Parma, onore davvero ai tifosi del Torino che, in lacrime, ringraziano per minuti e minuti i propri beniamini. E veniamo al Parma che, guidata da Donadoni e trascinata da Cassano, torna in Europa dopo sette anni. Se il Torino ha fatto una stagione super, quella del Parma, vista la qualificazione, è ovviamente ancora più bella, più incredibile. 58 punti e soprattutto un modo di giocare a calcio davvero bello e divertente. È la vittoria di Donadoni ma è la vittoria anche e soprattutto di patron Ghirardi che, con entusiasmo e passione, ha preso una squadra sull’orlo del fallimento e l’ha portata in Europa. L’ultima domenica di serie A è anche il giorno della festa della Juventus che batte il Cagliari ed entra nella storia, più di quanto avesse già fatto, sfondando quota 100 punti. Per la precisione i punti di questo incredibile campionato sono 102, frutto di 33 vittorie, 3 pareggi e solo due sconfitte maturate contro Fiorentina e Napoli. Nel giorno della festa la Juve si diverte col Cagliari vincendo 3 0. Un risultato maturato già nel primo tempo con i bianconeri in gol con la punizione di Pirlo che colpisce la traversa con la palla carambola sull’incolpevole Silvestri, autore di una grande partita ma battuto anche da Llorente e Marchisio. Nel secondo tempo pura accademia in attesa della festa e del momento in cui Buffon alza il cielo lo scudetto 2013 – 2014. A completare il quadro la vittoria del Milan per 2 a 1 (nel recupero gol di Zaza), la vittoria della Lazio in pieno recupero sul Bologna, la sconfitta dell’Inter a Verona col Chievo che, grazie alla doppietta di Obinna, ribalta il vantaggio di Andreolli e il festival del gol di Napoli con i partenopei che stravincono 5 a 1 contro il Verona grazie a Callejon e alle doppiette di Mertens e Zapata (per il Verona gol di Iturbe). Ed ancora la vittoria del Genoa, grazie a Feftatzidis, contro la Roma mentre mentre il Catania saluta la Serie A dopo otto anni con una vittoria contro l’Atalanta. Decide il rigore di Bergessio al 91′ dopo i gol di Lodi e Kone.
Sebastiano Borzellino