Napolitano: Senza lavoro per i giovani, l’Italia è finita

Giorgio Napolitano in visita a Sveta Gora in Slovenia lancia un successivo allarme,  dopo quanto affermato ieri a Monfalcone dicendo che se non trovano lavoro i giovani l’Italia è finita. “Abbiamo attraversato momenti difficili; nessuno come quello che stiamo attraversando negli ultimi sei-sette anni. Sono certo che l’Europa supererà la profondo crisi che l’ha colpita negli ultimi anni e di cui soffrono le nostre economie e le nostre popolazioni”. Ieri, insieme ad i presidenti croati e sloveni, ed al capo del Senato austriaco,  ha assistito al concerto evento di Riccardo Muti a Redipuglia che in un silenzio irreale ha diretto una Messa da Requiem di Verdi, con 360 artisti sul palco, scelti in modo da assemblare un’orchestra che ha messo insieme i paesi che si fecero la guerra nel ’14 – ’18. Oggi, in Slovenia incontrerà sul Monte Santo, sulla panchina della pace, Borut Pahor. Napolitano è proiettato nella necessità di sradicare i nazionalismi aggressivi e bellicistici, per arrivare ad un concreto progetto di integrazione ed unità europea. E parlando di Europa e di mancanza di lavoro per i giovani bisogna tenere presente che sono stati messi in cinque anni 504mila progetti di formazione, per una spesa di quasi 7 miliardi e mezzo di euro. Parlo di progetti finanziati con fondi strutturali europei. E ci si illude ancora che sarà possibile spendere meglio i fondi strutturali che riceviamo dall’Unione Europea. Sono stati creati anche dipartimenti per ottemperare correttamente a questi flussi di denaro. Il risultato? Ascoltare oggi che i giovani non hanno lavoro e che l’Italia può finire. Progetti che non hanno favorito l’inclusione sociale, non hanno creato nuove occupazioni ma solo una greppia ad uso di sindacati, assessorati regionale e provinciali. In pratica, finiti  nelle mani di un sottobosco politico parassitario. La Commissione europea sosteneva che grazie ad i fondi Ue in Italia sono stati creati tra il 2007 ed il 2013 più di 47mila posti, 3.700 nuove imprese e sostegno per 26mila pmi. La Corte dei Conti per converso afferma che dal 2003 ad oggi gli euro-furti, tra frodi, imprenditori fasulli, finti progetti, costi gonfiati, incarichi irregolari, hanno raggiunto la cifra record di un miliardo e 200 milioni. Cifre arrivate come fondi strutturali e poi finiti nelle tasche del malaffare. Ovvero che non sono stati utilizzati per creare posti o crescita ed i giovani sono senza lavoro. Ci dice una voce ultra autorevole che con questo stato di cose l’Italia è finita. Annuendo ironicamente pensiamo: lo sappiamo, lo sappiamo…

Cocis

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