Recessione e riforme

L’Italia  è in recessione secondo quanto detto dall’Istat,  che  quantifica il Prodotto interno lordo calato  in -0,2% nel secondo trimestre di quest’anno. L’Europa lancia segnali allarmanti ed avverte: “Il Pil ritarda la ripresa ed avrà un impatto negativo sui conti pubblici”. Il governo al suo punto di partenza ha annunciato una ripresa, che nei fatti non c’è stata,  e sono sempre state sbagliate negli ultimi dieci anni le stime di crescita. La produttività, ovvero la capacità di generare reddito in un’ora di lavoro,  è rimasta ferma mentre, diversamente, è cresciuta in altri paesi, come Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti ed altri. La capacità innovativa è mancata, ed ha reso impossibile il confronto e l’ingresso nei mercati globali. Il problema reale esiste,  ed insiste principalmente sulle tasse e sul rapporto con la burocrazia, sull’imposizione fiscale per le imprese che arriva fino al 65,8% del fatturato. In pratica il 23% in più della media europea. Confartigianato ha stimato che fra aprile 2008 e marzo 2014 sono state introdotte in Italia 629 nuove leggi tributarie, due alla settimana negli ultimi sei anni. Per ognuna che semplificava, cinque introducevano nuove complicazioni. Gli adempimenti, nella triste realtà, impongono di fatto mesi di lavoro ad i piccoli imprenditori. Tempo sottratto all’innovazione, alla cura del prodotto ed alla ricerca di nuovi mercati. Leggendo l’analisi dell’Istat apprendiamo che: “Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i tre grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi”. Anche la componente estera ha avuto un notevole peso nel ribasso del Pil, sia per crollo di ordinativi, sia per l’acuirsi dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Alla luce di questi dati il governo preme sulle riforme da fare e Pier Carlo Padoan ha escluso nuovamente una manovra aggiuntiva,  perchè il rapporto deficit-Pil non supererà il 3%. Le riforme potranno realmente avere un sensibile peso nel modificare le alchimie dei pesi e dal primo settembre prossimo scatteranno i famosi mille giorni per cambiare. La direzione “è giusta” afferma Graziano Delrio, sottosegretario a Palazzo Chigi. Bisognerà attendere alla finestra riconoscendo, fuor di ogni dubbio, che Matteo Renzi ha scelto inequivocabilmente una strada e la sta percorrendo con decisione. 

Roberto Cristiano.

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