Conte si presenta. “Sono nel posto in cui vorrebbero essere tutti”

“Buongiorno a tutti, non posso dire di non essere emozionato. Sono nel posto in cui vorrebbero essere tutti gli allenatori del mondo”. Si presenta così Antonio Conte, nuovo commissario tecnico della Nazionale. Ad introdurlo il nuovo presidente Figc che ha voluto fortemente l’ex allenatore della Juventus che da oggi siederà sulla panchina azzurra grazie al contributo della Puma e alla cessione alla Federazione del 100% dei diritti di immagine. Come spiegato da Tavecchio, dopo la disfatta brasiliana “Non si poteva non scegliere l’eccellenza” e “Serviva un comandante”. Conte lo è, lo ha dimostrato alla Juve e da subito ha imposto a parole il suo carisma alla Nazionale dichiarando, se ancora qualcuno avesse qualche dubbio, che “Io vivo per la vittoria e una sconfitta per me è una morte apparente”. Parole forti, chiare, come quando spiega che vorrebbe essere l’allenatore di tutto il popolo italiano e chiede collaborazione ai club spiegando a chiare lettere che “Voglio rapportarmi con tutti i club e spero in rapporto costante e intenso. Ma se vogliamo crescere dobbiamo venirci incontro” e quindi “Spero in meno intransigenza dei club”. L’augurio, l’auspicio e l’intento di Conte è trasformare l’Italia in una Squadra con la “S maiuscola” senza prime donne, senza convocazioni per diritto acquisito. Inevitabile le richieste su Mario Balotelli, croce e delizia della maglia azzurra, con Conte a chiarire che “A prescindere non verrà convocato nessuno. Tutti dovranno meritare questa maglia” e dovranno volerla fortemente come quando il ct si trovava sull’altra sponda, quando era giocatore e “Ero ansioso di sapere se ero convocato”. Tornando a SuperMario il discorso è chiaro e diretto: <<La convocazione bisogna meritarla, dentro e fuori campo. Io scelgo un grande uomo prima di un buon calciatore” ha spiegato Conte che ha speso parole anche per Giuseppe Rossi “un patrimonio calcistico che mi auguro e spero che possa risolvere definitivamente i suoi problemi fisici anche per il bene della Nazionale”. Inevitabile parlare di Juventus e della clamorosa rottura di un mese fa. “Non pensavo di rientrare in pista dopo 35 giorni” ha dichiarato l’uomo dei tre scudetti secondo cui si era arrivati alla “Naturale conclusione del rapporto”. Una Juve che però sarà presente ancora nel destino di Conte e nella sua nuova carriera perché il blocco da cui ripartire sarà “Chiaramente quello bianconero” magari anche con Pirlo definito “Un campione, un punto di riferimento” per una Nazionale dove possono trovare posto giovani di 16 anni e vecchi di 37 a patto che “Facciano quello che dico io”. Spazio anche alle polemiche sulla condanna per omessa denuncia e sullo stipendio del nuovo ct, ma sono aspetti che oggi poco ci interessano. Perché da oggi quello che conta è ripartire, rinascere, sotto una nuova guida. E allora buon lavoro mister.

Sebastiano Borzellino

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