Tonno e biscotti, tra spot e flop

Qualcuno deve essersi accorto che i sussurri a una gallina troppo avanti non potevano andare. E che Antonio Banderas a fare gli occhi assassini alla chioccia Rosita alla lunga si sarebbe stancato. Il mugnaio attaccato da ogni parte per aver tradito il sacro immaginario erotico femminile.  Un sex symbol  lo è da quando era ragazzino  e l’istinto della seduzione non si sarebbe addomesticato facilmente tra un sacco di farina e una teglia di biscotti. Lo storyboard della pubblicità del Mulino Bianco si è modificato impercettibilmente nel tempo e dalla gallina lo sguardo del bell’Antonio s’è spostato prima sulla contadina, poi sulla “Milf”, “la mamma che vorrei portare a letto”, e infine ha ripreso la sua centralità con la più classica delle scene da piacione: la camminata sotto la pioggia, mentre si sfila la camicia e si lascia inzuppare la serafina. Eccoci al Mister Maglietta Bagnata dell’anno con Rosita diventata solo animale da compagnia. Crozza da grande osservatore, ha colto subito l’ineluttabilità del destino da sex symbol. Diversa faccenda per un altro sex symbol,  che avendo un tempo ballato coi lupi ora danza, da merluzzo, coi tonni. Kevin Costner ,  sempre circondato da anonime “milf”, tanto per non far piombare a zero la fama,  sta sulla costiera amalfitana e spezza il tonno col grissino nemmeno fosse un ottantenne sdentato a Villa Arzilla. In effetti Costner, imbolsito e doppiato in stile famiglia Addams, si sarebbe potuto accompagnare a qualcosa di meglio di grissini e insalatina. Dice Kostner che basta incassare, anche se per: “Alimentare i miei sogni. Uso quei soldi per la difesa dell’ambiente oppure film sul razzismo o sui nativi americani che Hollywood si rifiuta di fare. Così se ne vanno i miei guadagni”.

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