Juve esagerata, Parma indecoroso. Il risultato è una goleada che allo ‘Stadium’ bianconero non si era mai vista ed allo stesso tempo una batosta storica per gli emiliani. Sette gol la Juve in campionato non li faceva da 31 anni, dall’83 al malcapitato Ascoli; il Parma non li aveva mai subiti. Tre doppiette, firmate da Llorente, Tevez e Morata, quest’ultimo due volte a segno in appena 20′, giusto per fare capire che Del Bosque ha fatto bene a chiamarlo nella Spagna. Nel mucchio delle reti bianconeri, ce n’è una splendida, ‘alla Maradona’: la prima di Tevez, il gol del 5-0, una prodezza che è stata salutata dal pubblico con una standing ovation di qualche minuto, applausi e ancora applausi. L’Apache non andava in gol da un mese, gli ultimi colpi li aveva messi a segno con i due rigori alla Roma. Oggi, dopo 4 tentativi a vuoto ed un quinto non riuscito nell’ultimo dribbling, ha dipinto una rete che entra di diritto tra le più belle di sempre. L’argentino è partito di corsa palla al piede da oltre metà campo, ha resistito alla stretta di Costa che lo prendeva per il collo, ha seminato il capitano del Parma Lucarelli, ha dribblato Felipe ed, infine, ha infilato con un secco rasoterra la porta di un incredulo Mirante. Spettacolo puro: tutti in piedi allo ‘Stadium’ per il numero 10 bianconero nel giorno del 40/o compleanno di un altro grande con lo stesso numero, Alessandro Del Piero, che all’inizio della partita era stato ricordato dai tifosi juventini con striscioni, bandiere, cori ed applausi. La perla di Tevez si è incastonata nella perfetta recita della Juve, senza mai sbagliare una battuta, senza distrarsi un attimo anche se l’avversario era finito al tappeto già dopo mezz’ora. Una Juve con l”albero di Natale’, il 4-3-2-1, con Tevez e Pereyra dietro l’unica punta Llorente, il primo a siglare la doppietta, segno di un crescendo della condizione. Il Parma, reduce dal 2-0 sull’Inter, ha mollato subito la presa: Ghezzal è finito sempre in fuorigioco, inutili i lanci di Cassano. Difficile tentare altre strade per la squadra di un deluso Donadoni. L’unico sussulto è stato un destro di Mauri (27′), deviato con prontezza da Buffon, quando però la Juve era già in vantaggio. Allegri aveva raccomandato ai suoi più cattiveria sotto rete, ha dovuto aspettare la sesta occasione per il primo urlo di gioia, ma alla fine è stata scorpacciata. Con la sapienza di Marchisio e Pogba impareggiabile a trasformare palloni vaganti in oro, il centrocampo bianconero ha dominato 90′, completato da Romulo, che ha superato a pieni voti la prima partita da titolare. Quasi quasi ci si è dimenticati di Pirlo che, sofferente per una contusione alla coscia sinistra, era in tribuna. Anche Padoin, esterno sinistro della difesa, ha assolto il suo compito, mentre dall’altro lato Lichtsteiner gol e assist ha lasciato di stucco l’ex bianconero De Ceglie, passato dalla doppietta all’Inter ad un pomeriggio di sofferenza e figuracce. E’ mancato solo un po’ di brio da parte di Pereyra, ancora una volta un po’ timido. Applausi anche per il giovane francese Coman, subentrato a Tevez. Partita perfetta: la Juve in Italia vola, allo Stadium inventa ogni volta un nuovo record.