L’addio al Colle di Giorgio Napolitano preoccupa l’Europa

Ormai la questione della successione al Presidente Napolitano non è più solo un affare italiano. L’Europa guarda con apprensione e preoccupazione l’addio al Colle di Napolitano e, dell’atmosfera che si è venuta a creare se ne è accorto lo stesso Premier, Renzi, all’ultimo vertice dell’Unione. I partners europei, anche se con diplomazia, hanno fatto intendere alla delegazione italiana,  guidata dal nostro Presidente del Consiglio, che sono fiduciosi del fatto che il nostro Parlamento saprà scegliere in tempi brevi un Presidente della Repubblica dalla personalità autorevole e riconosciuta e soprattutto che sia un europeista convinto. Nonostante il garbo e la diplomazia usata, quest’affermazione suona alle orecchie dei rappresentanti italiani come una vera e propria esortazione. Del resto sarebbe paradossale l’elezione di un presidente che badi ai soli affari domestici, in qualità di gestore e garante delle sole vicende della politica nazionale, un Capo di Stato buono per tutte le stagioni. Il successore di Napolitano, che si è trovato a governare il naufragio della Seconda Repubblica, dovrà essere, a tutti gli effetti, il rappresentante di una nuova era. E Renzi, a cui è molto chiaro il messaggio dei partners dell’Unione, invita le forze politiche a riflettere sulla scelta del prossimo Presidente della Repubblica che dovrà rappresentare l’Italia per i prossimi sette anni. Già si rincorrono le voci sul possibile successore di Napolitano: lo stesso Presidente uscente ha tessuto le lodi del Titolare del dicastero dell’Economia, quasi a volerlo accreditare presso le forze politiche presenti in Parlamento. Ma allo stato, Padoan sembrerebbe incontrare ostacoli all’interno dello stesso PD, dove diversi suoi esponenti lo giudicano debole per rivestire il ruolo di Capo dello Stato e preferirebbero Ignazio Visco, attuale Governatore della Banca d’Italia. A questo punto il segretario del PD incontra già molti ostacoli all’interno del suo partito, per non parlare della palese contrarietà, sui nomi di Padoan e Visco che gli viene da Forza Italia che non vuole un presidente espressione di una parte politica, ma una figura super partes che possa rappresentare tutti. Ma è pur vero che chi siederà al Colle dovrà governare ‘la stagione della crisi’, che è sostanzialmente quello che i nostri partners, come innanzi già ribadito, si aspettano. A questo punto se i nomi di Padoan e Visco non dovessero andar bene non resta che il Governatore della BCE, Mario Draghi che potrebbe incontrare le simpatie di Berlusconi. Ma permettano i lettori di esprimere, sommessamente e con molta umiltà un parere. Non capisco perchè l’Italia dovrebbe finire per essere un Paese a sovranità limitata, con l’Unione che ci detta le caratteristiche del futuro Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere per forza, a quanto pare di capire, un tecnico esperto di economia o addirittura un banchiere. Ma il Presidente della Repubblica deve essere il Presidente degli Italiani e non della Troika che governa l’Unione Europea; eppoi smettiamola con questi tecnici che ogni qualvolta sono stati chiamati al governo del Paese hanno creato solo disastri, per i quali gli italiani stanno pagato un prezzo salato e non si sa per quanto tempo ancora dovrà continuare. Ma questo è solo un augurio o una speranza, perché ad eleggere il prossimo inquilino del Quirinale saranno i parlamentari con voto segreto.

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