Cento poeti in una innovazione linguistico-etica, sono stati invitati da una grande studiosa come Nadia Cavalera per formare un primo autorevole drappello di autori che poeticamente e concettualmente hanno aderito all’intelligente e pregnante progetto denominato Umafenità. Finalmente anche la lingua si avvale dell’indicazione esatta per definire i generi, senza privilegiare solo l’aspetto maschile, come già annotava Oriana Fallaci nel suo libro “Lettera ad un figlio mai nato”. Nell’innesto del lemma FEM, la dichiarata e obbligata precisazione, finalmente ingloba il femminile entro una verità e una rivendicazione, nelle quali riconoscere immense ragioni di una “errata metà del cielo”, in realtà ben più ampia, complessa e meritoria della metà di un tutto, rappresentando ella stessa un tutto uniforme come già indicato da Joyce nel monologo interiore “Penelope-il letto”, del suo celebre “Ulysses”. La Cavalera nella sua prefazione all’antologia riferisce storicamente il ruolo della donna e le motivazioni storico-antropologiche dell’insana prevaricazione dell’uomo su di lei. I magnifici cento raccolti attorno all’evento letterario, progettato dalla Cavalera, oltre al rigore autorevole delle significative presenze del ‘900, hanno agganciato tutti insieme il filo rosso del discorso, evitando volutamente, proclami, invettive, polemiche, retoriche, evidenze didascaliche. Coralmente, tutti hanno preferito partire dal dato acclarato, tenendo a freno le denunce, lasciate in sottofondo, per costruire da esse i punti di forza e di sutura delle parti di parole di cui al titolo Umafeminità. Per il dato poetico se ne rivela l’alto profilo letterario. La variante ricca di temi, considerazioni, progetti e mete, convogliando l’uniformità, espressiva e concettuale ha consentito a ciascun poeta di circumnavigare il pianeta donna non solo nel riconoscimento dei sui meriti oggettivi, ma richiamando a sé i valori di parità, sia pure nella disuguaglianza (tanto più motivo di compendio e di arricchimento della umana reciprocità. Scorrendo i nomi, anche attraverso le brevi notizie biobibliografiche di ciascuno, poste in epilogo, ritroviamo nomi eccellenti come Dacia Maraini, Franco Loi, Nadia Cavaleri , Federico Sanguineti, Lucio Zinna ed altri. Il messaggio più esplicito e condiviso è tratto da un verso della poetessa Anna Lauria, ovviamente presente nella splendida antologia: “Un sorriso in cambio di una spada”.
Giovanni Amodio