Giannini: “La resistenza sindacale sulla riforma scuola è politica”

Riparte alla Camera il voto sulla riforma della scuola e Renzi ribadisce la sua volontà di tirare dritto. In un’intervista a ‘L’Arena’ di Giletti su Rai1, ieri, non ha usato toni morbidi con i prof andando all’attacco sull’ipotesi di blocco degli scrutini dopo che i Cobas hanno annunciato che si fermeranno per due giorni durante gli esami e le valutazioni di fine anno. “Non si gioca sulla pelle dei ragazzi e noi siamo disponibili al confronto, deciderà il Parlamento, ma chi boicotta i test Invalsi o chi blocca gli scrutini non fa un bell’esempio di educazione civica”, sottolinea il premier. I sindacati,dice il ministro Stefania Giannini in una intervista, attaccano per difendere il loro potere e lo fanno con motivazioni politiche: “Non è una novità che la scuola resista al cambiamento. E’ già accaduto nel 1999, in occasione della riforma di Luigi Berlinguer e anche prima. La nostra è un riforma radicale e, secondo me, gli italiani la condividono. I sondaggi dicono che il 43% degli intervistati la condivide ed è favorevole alla riforma. Le organizzazioni degli studenti ci spingono ad essere più coraggiosi in alcuni punti e ci siamo impegnati a modifiche ed innovazioni su una scuola più aperta al territorio. Quelli che scendono in piazza non vogliono che la scuola si apra a un perfettibile, e necessario, sistema di valutazione di tutto il processo educativo. Entrano poi in gioco i sindacati, che da una parte si aprono al dialogo e dall’altra sovrappongono una battaglia politica contro il governo. Io mi auguro che questa riforma sia un’occasione, per quella parte di sindacato non arroccato su posizioni di mantenimento del potere, di riflettere sul proprio ruolo che non può essere quello del frenare. E quando contro questa riforma vedo in piazza un’alleanza tra destra, sinistra conservatrice, leghisti, grillini, mi accorgo che la dimensione elettorale travalica tutte le altre”. L’Aula di Montecitorio torna, quindi, ad esaminare la riforma sulla quale la scorsa settimana ci sono stati i primi sì. Tra gli altri quello all’articolo 1 della riforma che prevede l’autonomia scolastica. Renzi ha ribadito che sulla riforma della scuola “ci sono stati errori di comunicazione per colpa mia”, ma il governo è pronto a continuare a dialogare: “Mentre sull’Italicum abbiamo messo la fiducia, con una forzatura rispetto alle altre forze politiche, sulla scuola la fiducia non la mettiamo. E ribadisco che mettiamo più soldi sulla scuola che in passato e apriamo alla meritocrazia. Penso anche che in qualche professore ci sia ancora l’ idea di mantenere la filosofia del 6 politico. Ma è finta la stagione del 6 politico e dalle lettere che mi sono arrivate credo che la maggior parte dei professori sia pronta ad un sistema di valutazione”.

 

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