Oggi si riunirà a Bruxelles il consiglio dei ministri europei degli esteri e della difesa dei ventotto, per la prima volta in 12 anni. Si discuterà della missione navale che dovrà fermare i trafficanti di essere umani nel Mediterraneo, ma anche delle quote per la redistribuzione dei migranti nei Paesi Ue. Ed è proprio su questo tema che nascono le prime scintille. Francia e Ungheria non sono d’accordo, così come altri paesi europei: “la Repubblica Ceca, la Slovacchia, i Paesi Baltici, la Polonia e il Regno Unito”. Per l’Italia invece questo è un tema fondamentale e, secondo Federica Mogherini, tutta l’Europa dovrebbe “condividerne la responsabilità”. L’Alta rappresentante della politica estera Ue, infatti, si aspetta che “gli stati membri, gli stessi che hanno chiesto alla Ue di agire velocemente ed efficacemente, consentano all’Europa di essere efficace in questa azione in tutti i suoi aspetti: nell’operazione navale, nel salvataggio delle vite in mare ed anche nella gestione delle vite che salviamo”. E’ importante, ha aggiunto, “condividere la responsabilità di cosa facciamo delle persone che salviamo”. Una frecciatina, questa, in direzione del primo ministro francese, Manuel Valls, che ha espresso dubbi sul sistema di quote proposto dalla Commissione europea per la gestione dei migranti. “Sono contrario – ha detto Valls – all’instaurazione di quote di migranti. Questo non ha mai corrisposto alle proposte francesi. La Francia è invece favorevole a un sistema europeo di guardie di frontiera”. Dello stesso pensiero è anche Szabolcs Takacz, ministro ungherese per i rapporti con l’Europa, che, intervistato da La Stampa, ha evidenziato la posizione del governo ungherese: “siamo contrari alle quote obbligatorie. E credo lo siano anche altri Paesi: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, i Paesi Baltici, la Polonia e il Regno Unito, ai quali ora “si è aggiunta anche la Francia”. Dunque, due no che potrebbero pesare come un macigno sulla decisione delle quote e che lasciano, soprattutto quello francese, Angelino Alfano perplesso. Il ministro dell’Interno infatti ha evidenziato come “la Francia è sempre stata al nostro fianco nel chiedere un intervento dell’Europa in materia di immigrazione, sarebbe assurdo se avesse cambiato posizione proprio adesso”. La volontà francese di trincerarsi sulla sua posizione, che potrebbe essere anche una mossa di politica interna, non turba i pensieri di Paolo Gentiloni, il ministro degli Esteri, secondo cui “non ci sarà un no francese”. Ha poi evidenziato come il sistema delle quote “pur non essendo risolutivo, ha un significato politico e perfino culturale, perché dice che di quel problema ci si fa carico insieme, almeno per una quota. Sarebbe francamente molto amaro – prosegue Gentiloni – constatare che quella disponibilità di condivisione e di rendere quel problema europeo e non solo italiano, facesse dei passi indietro”.
Alessandro Moschini