ATTENTION EDITORS - VISUAL COVERAGE OF SCENES OF DEATH AND INJURY The body of a tourist shot dead by a gunman lies near a beachside hotel in Sousse, Tunisia June 26, 2015. At least 27 people, including foreign tourists, were killed when at least one gunman opened fire on the Tunisian beachside hotel in the popular resort of Sousse on Friday, an interior ministry spokesman said. Police were still clearing the area around the Imperial Marhaba hotel and the body of one gunman lay at the scene with a Kalashnikov assault rifle after he was shot in an exchange of gunfire, a security source at the scene said. REUTERS/Amine Ben Aziza

Tunisia, ancora morte e terrore. 40 turisti massacrati su una spiaggia a Sousse

. Tunisia, Francia e Kuwait.Tre nazioni, tre continenti diversi che oggi sono stati accomunati da altrettanti attacchi. Ma quello che dovrebbe destare più preoccupazioni, per l’Europa intera, è quello tunisino. La Tunisia si trova a due passi dal vecchio continente, soprattutto dall’Italia, e può essere considerato come l’ultimo baluardo del nord Africa contro il terrorismo. Lo Stato islamico, che punta a far saltare tutti gli equilibri e a generare caos o disperazione, non tollera infatti ciò che è la Tunisia. Un paese che è considerato il più laico della regione e che si sta adoperando per diventare una democrazia moderna attraverso riforme strutturali. E per questo viene presa di mira, ma senza un adeguato aiuto e un supporto d’itelligence non potrà affrontare questa minaccia. Non è la prima volta che questa nazione viene scossa da un attentato. Il 18 marzo viene colpito il museo del Bardo, a Tunisi, dove perdono la vita 20 turisti e 2 tunisini. Oggi è stata nuovamente attaccata una meta turistica. Sousse, dove un gruppo di uomini armati ha fatto fuoco sui turisti che prendevano il sole in un resort che può alloggiare 565 persone. Il bilancio è di almeno 40 morti e di altrettanti feriti. Per ora. La strategia dei jihadisti, comunque, pare chiara: colpire il cuore dell’economia tunisina che si basa sul turismo. Non bisogna dimenticare che questi vale il 7% del Pil nazionale e dà lavoro a molti tunisini. Da Tunisi spiegano che, nei primi sei mesi del 2015, gli ingressi registrati sono diminuiti del 21,9%. La strategia sembra semplice. Vogliono, con questa tattica, demolire il turismo straniero in Tunisia per paralizzarne l’economia nazionale e far precipitare il Paese nella violenza che regna in Siria, Iraq e Libia. I frutti di questa tattica già si iniziano a vedere. E’ notizia di poche ore fa che la compagnia aerea Jetair ha annullato due voli, previsti per oggi, con destinazione la Tunisia: uno dei due, diretto a Enfidha, ha invertito la rotta mentre sorvolava la Corsica e ha fatto rientro a Bruxelles. Sono stati poi annullati anche i 4 voli in programma per domani. “I nostri sei aerei – ha spiegato la portavoce Florence Bruyère – partiranno vuoti domani per rimpatriare i belgi che si trovano sul posto” e farli tornare in patria. E tutto questo mentre l’Europa intera è occupato a litigare sulle quote dei migranti. Lo Stato islamico di certo non rimasto con le mani in mano. Anzi, nei giorni scorsi aveva lanciato un appello ad aumentare gli attentati durante il mese di Ramadan. E così è stato. Francia, Kuwait, Tunisia. Nel cuore dell’Europa, vicino Lione, c’è stato un attentato a una fabbrica: un decapitato e vari feriti. In Kuwait, attacco dell’Isis contro una moschea: 25 morti e 202 feriti.
L’assalto avvenuto stamane in Tunisia, invece, sarebbe stato diretto soprattutto contro i turisti dell’Hotel Riu Imperial Marhaba di Port el Kantaoui. Tra le vittime ci sono stranieri di nazionalità britannica, tedesca e belga. Le notizie sul numero degli attentatori sono state per molto confuse. Le autorità riferiscono che l’assalto sarebbe stato condotto da almeno due terroristi. Mentre secondo la testimonianza di una dipendente dell’Hotel Imperial Marhaba, potrebbero essere cinque i terroristi coinvolti nell’attacco. La donna, che si trovava al quarto piano della struttura, ha detto all’emittente televisiva nazionale tunisina di aver visto una imbarcazione rossa con a bordo cinque persone approdare sulla spiaggia antistante all’albergo. Uno di loro ha gettato una bomba a mano e poi ha iniziato a sparare contro i turisti. L’uomo è riuscito a entrare nella reception dell’hotel, dove erano presenti anche dipendenti tunisini. Secondo la testimone, l’attentatore avrebbe scelto di sparare esclusivamente ai turisti. Sono stati momenti pieni di tensione e terrore, soprattutto. Anche David Schofield, un turista, racconta di aver sentito “una forte esplosione” e che “c’erano uomini sulla spiaggia che sparavano”. A quel punto, tutti gli ospiti della struttura hanno cominciato a fuggire verso l’hotel. Ciò che comunque risulta evidente è che questi uomini avevano studiato cosa fare e che avevano ricevuto un addestramento militare. Testimoni raccontano che i fucili e le bombe erano nascosti dentro un ombrellone. E non tutti sanno come usare quelle armi.
Comunque, a caldo il premier Matteo Renzi ha espresso “grande dolore e vicinanza” per gli attentati in Tunisia, a cui “va la nostra amicizia, solidarietà e condoglianze”. Lo ha detto al termine del vertice Ue. Il mar Mediterraneo “è il cuore delle nostre preoccupazioni, ma anche delle nostre speranze”, ha aggiunto poi. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invece ha evidenziato come ora ci sia bisogno di “coesione”, affermando che “la divisione e la paura avvantaggiano il terrorismo e sono il suo obiettivo”. “Ci si deve augurare – aggiunge – che alle polemiche si sostituiscano spirito di coesione e compattezza, come nel nostro paese si è stati capaci di fare nei momenti più difficili”.
Sull’argomento è anche tornato Renzi, attraverso il suo mezzo preferito. Con un tweet ha fatto sapere che “l’Italia abbraccia governi e popoli di Francia, Kuwait, Tunisia. Tutti uniti contro l’odio e il terrore”. Se solo twitter si potesse usare per risolvere i problemi.

Alessandro Moschini

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