Le spiagge tunisine hanno riaperto ai turisti il 28 giugno, dopo l’attentato in cui il 26 giugno sono state uccise almeno 38 persone. Ma l’industria del turismo del paese, principale fonte di guadagno per i tunisini, è stata pesantemente colpita da quest’ultimo attacco che segue di pochi mesi l’attentato al museo del Bardo il 18 marzo, nel quale sono state uccise 24 persone. Secondo l’agenzia del turismo britannico, sono almeno 20mila i britannici che sono in vacanza in Tunisia al momento, si tratta di cifre sottostimate perché molti sono in viaggio in maniera indipendente. Tremila britannici sono già tornati nel Regno Unito dopo l’attentato. Le autorità tunisine hanno garantito che le misure di sicurezza nei siti turistici e archeologici sono state rafforzate. Oggi si recheranno in Tunisia i ministri dell’interno di Regno Unito, Francia e Germania per discutere degli standard di sicurezza nel paese. Queste sono le ore in cui gli stranieri stanno scappando nella maniera più veloce possibile. Troppo vivide le immagini della strage consumata dal giovane islamista che ha sparato all’impazzata tra gli ombrelloni e le strade del vicino complesso turistico fatto da lussuosi alberghi sorti come funghi per rispondere ad una richiesta crescente dei tour operatori europei. Ora tutto ciò rischia di crollare miseramente perché molte sono già le prenotazioni cancellate a favore di altre località di mare più tranquille. L’organizzazione del Califfato islamico rischia di vincere così la sua battaglia contro una Tunisia laica e democratica minando alle basi una delle sue principali risorse economiche.
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