Riparte domani il confronto sulla riforma della Costituzione in Commissione Affari Costituzionali e la presidente Anna Finocchiaro darà avvio alla seconda lettura delle riforme a Palazzo Madama. L’obiettivo è di chiudere la discussione sul terzo passaggio nelle Camere entro l’8 agosto. La minoranza del Pd, composta da 25 senatori, chiede che sia possibile l’elezione popolare dei futuri senatori. L’attuale articolo 2 della riforma diversamente dice che devono essere i consiglieri regionali a nominarli, in numero di 74. Fra renziani e bersaniani si sta limando un accordo per formare un minilistino, al momento delle elezioni regionali, che consentirebbe all’elettore di indicare i consiglieri regionali da destinare al Senato. Se dovesse saltare l’accordo nel Pd potrebbe tornare in campo l’ipotesi di un accordo con la componente verdiniana di Forza Italia. I numeri sono in bilico e la maggioranza conta 7 voti in più. Con i 25 senatori della minoranza Pd che voterebbe compatta contro il governo andrebbe in minoranza. Vero è che gran parte dei senatori di Forza Italia e di altri gruppi non hanno voglia di bloccare la riforma per scongiurare il pericolo di elezioni anticipate.
Cocis