Sono state le mini imprese a trainare l’occupazione nei primi sei mesi dell’anno. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia, che sottolinea come le aziende con meno di 50 dipendenti, hanno fatto registrare poco più di 149mila nuovi posti di lavoro non stagionali, pari a poco meno del 60% delle 253.500 nuove assunzioni non stagionali registrate nei primi 6 mesi del 2015 nei settori dell’industria e dei servizi privati (+25,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014). Sul totale delle assunzioni, poco più di 164.000 persone avrebbero trovato un impiego presso il settore dei servizi: in particolare, 40.300 nel commercio, 29.710 in quello dei servizi alle persone e 26.910 nel turismo e nella ristorazione. Nell’industria, invece, le stime mostrano che i neo assunti non stagionali sarebbero poco meno di 89.500 (pari al 35 per cento circa del totale). La parte del leone l’avrebbe fatta il settore delle costruzioni: tra ingegneri, geometri, carpentieri, muratori, lattonieri e gruisti i nuovi occupati sarebbero 1.930. Nel settore meccanico ed elettronico, invece, i soggetti che avrebbero cominciato a timbrare il cartellino sarebbero 16.870. Tuttavia, il dato più interessante, sottolinea Paolo Zabeo della Cgia, emerge dall’analisi della distribuzione dei neo assunti per le classi dimensionali delle imprese, con una maggioranza di assunzioni da parte di piccole e piccolissime aziende “a dimostrazione che queste realtà imprenditoriali costituiscono ancora una volta l’asse portante su cui ruota l’economia e l’occupazione del nostro Paese”. Dal confronto con il primo semestre dello scorso anno, emerge un sostanziale aumento delle previsioni di assunzione nell’industria (+37,5 per cento), con una punta del 79,2 per cento nel settore della chimica e della farmaceutica. Nei servizi, invece, la variazione positiva è più contenuta (+20 per cento), anche se il settore informatico e quello delle telecomunicazioni hanno fatto segnare un incoraggiante +53,7 per cento. Di rilevo, l’incremento registrato nelle piccole imprese. Rispetto al 2014, nella classe dimensionale tra 1 e 49 dipendenti, i lavoratori non stagionali sono aumentati del 33,8 per cento, a fronte del +19 per cento delle medie imprese (da 50 a 249 dipendenti) e del +14 per cento delle grandi imprese (250 addetti e oltre). Lo stesso Zabeo invita alla prudenza nella valutazione di questa analisi, frutto delle indagini trimestrali condotte dall’Unioncamere e ministero del Lavoro su un campione di 110.000 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale. Sono risultati che dovranno essere confrontati con i dati a consuntivo, anche se ci permettono di cogliere il sentiment degli imprenditori che, a quanto pare, è migliorato notevolmente rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
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