Palazzo Chigi ed i cicli sempre più brevi dell’economia reale
Alla fine Renzi ce l’ha fatta e sulla Rai il Governo ha incassato il via libera del Senato. Senza voler minimamente sottovalutare il ruolo dell’opposizione interna al Pd, gli avversari appaiono molto più bravi nelle interviste pre-voto che nell’aula all’atto concreto. Lo stesso metro di valutazione vale per Matteo Salvini, che in quanto a propaganda spicciola e demagogica primeggia, ma pecca di incisività politica, mostrando tutte le sue lacune ed i suoi ritardi. I Cinquestelle , campioni della critica feroce e dello sberleffo, si perdono un attimo dopo. L’unico partito concreto che non manca mai una scadenza e che concretamente si oppone all’inquilino di Palazzo Chigi ad ogni scadenza che conta, senza lasciarsi minimamente influenzare è il Pil. I riscontri che provengono dalla produzione industriale, dall’occupazione, un giorno sono all’impronta dell’ottimismo ed un altro navigano in senso contrario. In effetti quello che si profila all’orizzonte è che l’economia del dopo crisi è sempre più un incognita con cui bisogna prendere l’abitudine di confrontarsi ogni giorno in quanto i suoi cicli sono sempre più brevi. Tornano a sorridere i bilanci delle banche e delle imprese, mentre il lavoro, la povertà nel Sud del Paese indicano sempre di più una condizione di disagio; alcuni analisti economici hanno giudicato le condizioni economiche del Meridione d’Italia peggiori di quelle della Grecia di Tsipras. Si parla ormai di una ripresa senza occupazione, il rischio, quindi,è che quest’ultima nella ripartenza non agganci la prima. I fenomeni della vita aziendale sono un indicatore da cui non si può prescindere, se si vuol capire la vita dei nuovi cicli economici post crisi. Infatti alcune aziende, quest’anno, lavoreranno senza sosta anche ad agosto, ma questo non si tradurrà in aumento della forza lavoro, perché si tratta di far fronte solo a picchi di produzione e non ad un vero e proprio aumento delle commesse, per cui le imprese preferiscono non ricorrere ad un aumento stabile degli addetti, in quanto non si fidano dei mercati che giudicano ancora troppo deboli. Anche sul fronte delle famiglie la situazione non cambia, continuano a risparmiare con la paura che la crisi nera non sia andata via, ma si sia solo nascosta dietro l’angolo, pronta a saltar fuori alla prima occasione utile e la conseguenza logica è che i consumi restano ancora al palo. L’unica cosa sensata è che si deve tornare a puntare sul mattone, cioè occorre un rilancio in materia di lavori pubblici. ampliando lo spazio di partecipazione dei privati e non dei soliti noti che tanti danni hanno arrecato al Paese ed alla sua economia.